Venerdì 12 novembre 2010 alle ore 17,30, presso l’Aula Magna dell’Accademia di Medicina di Torino in via Po 18 (1° piano), si terrà la seduta inaugurale dell'Anno Accademico 2010 – 2011 dell’Accademia di Medicina di Torino dal titolo “Oncologia, evoluzione ed evoluzione dell'oncologia”. Relatore sarà il professor Lucio Luzzatto (Direttore scientifico Istituto Toscano Tumori (ITT) e professore di Ematologia presso l'Università di Firenze), che sarà presentato dal Socio dell'Accademia professor Paolo Arese. Le sedute sono pubbliche. Info: www.accademiadimedicina.unito.it.
Oncologo è il termine corrente per uno specialista nella cura dei tumori. Ma oncologia vuol dire anche ricerca su tutto quanto riguarda i tumori: soprattutto la comprensione delle cause e dei meccanismi che li producono. Da tempo è chiaro che esistono molti tipi di tumori. Tuttavia la caratteristica comune a tutti è che la divisione cellulare, un processo che normalmente l’organismo regola in modo rigoroso, è sfuggita ai meccanismi di controllo.
L’evoluzione è fondamentale per comprendere la biologia: è una specie di filo conduttore per renderci ragione della complessità degli essere viventi. L’evoluzione stessa è complessa, ma la sua essenza sta nel fatto che gli organismi vanno incontro a mutazioni, e la selezione naturale (che, in omaggio a chi per primo la ha enunciata, chiamiamo darwiniana) favorisce quelle che in un certo ambiente si rivelano vantaggiose.
Considerando che i tumori sono oggi una delle principali cause di mortalità, è naturale chiedersi perchè la selezione darwiniana non abbia eliminato l’insorgenza dei tumori. La risposta consiste in almeno tre elementi: 1) probabilmente la selezione ha lavorato: altrimenti avremmo ancora più tumori; 2) lo sviluppo dei tumori avviene a causa di mutazioni somatiche che avvengono essenzialmente a caso: tali mutazioni sono relativamente rare, ma è inevitabile che ad ogni divisione cellulare ne capiti qualcuna (se non ci fossero mutazioni non ci sarebbe evoluzione!); 3) l’insorgenza di un tumore richiede sempre più di una mutazione somatica, occorre cioè che un certo (piccolo) numero di mutazioni si accumulino in una stessa cellula. La probabilità che ciò avvenga aumenta con l’età, ed oggi abbiamo una popolazione con età media assai più alta di quella che ci sia mai stata in tutta la storia dell’umanità. Si potrebbe dire che l'attuale frequenza dei tumori è un prezzo che per ora stiamo pagando all’aumentata aspettativa di vita.
Chirurgia, chemioterapia e radioterapia rimangono ancor oggi i cardini dell'oncologia clinica: usati accortamente ed in diverse combinazioni per ogni singolo tipo di tumore hanno dato risultati notevoli e talvolta spettacolari. Ciò malgrado, queste forme di terapia hanno dimostrato in varia misura i loro limiti, sia in termini di efficacia sia in termini di tossicità. Questo è stato lo stimolo più forte allo sviluppo di terapie sempre più mirate (farmaci intelligenti), capaci cioè di colpire bersagli specifici, che consistono in strutture o funzioni della cellula tumorale che le distinguono dalle cellule normali. Se sinora l’identificazione di potenziali bersagli ha progredito attraverso lo studio meticoloso delle alterazioni cellulari e molecolari dei tumori, oggi abbiamo un metodo di indagine aggiuntivo potenzialmente rivoluzionario: l’analisi dell’intero DNA della cellula tumorale, la cui sequenza, paragonata a quella delle cellule normali del paziente, permette di conoscere completamente il corredo di mutazioni somatiche presenti in un determinato tumore. L’obiettivo attuale dell’oncologia clinica è di combinare con le terapie classiche l’uso intelligente dei farmaci intelligenti più adatti al singolo tumore ed al singolo paziente.