Alla fine del XVIII secolo, quasi tutti gli stati d’Europa avevano le loro farmacopee nazionali, l’Italia si trovò con molte farmacopee pubbliche e private. Questo fu prodotto dalla sua singolare situazione politica.
Gli speziali veneziani pare sopportassero malamente un tentativo di riorganizzazione della sanità iniziata con Napoleone e proseguita con gli Austriaci.
Con la pace di Vienna, l’Italia ottenne il Veneto che fu ceduto dall’Austria ai francesi e da questi ai Savoia, questo nel 1866.
A questo punto i farmacisti veneti, come quelli dell’Italia intera si ritrovarono in un vuoto legislativo e dovettero aspettare il 1892 per vedere la prima farmacopea unitaria del Regno d’Italia che fu il risultato di un enorme sforzo di aggregazione e revisione dei ricettari delle varie province.
Non si sa bene a quali testi facessero riferimento i farmacisti veneti, forse fecero quello che avevano sempre fatto nel passato affidandosi ai manuali medico pratici e ricettari che avevano a loro disposizione.
Nel 1869, l’Impero Austro Ungarico pubblicava la sesta edizione della sua farmacopea che doveva servire al Trentino, all’Alto Adige e alla Venezia Giulia.
Laura Genovese