Phood Vision. Il cibo che (non) immagini è un Festival Internazionale della fotografia food promosso dall’Associazione Sapori Reclusi, in cui il cibo diventa lo strumento per raccontare storie. Di uomini. Di culture. Di vita. In vista del traguardo calendarizzato nel 2012, Phood Vision vuole offrire al pubblico tre mostre del fotografo Davide Dutto (http://www.davidedutto.com), come assaggio di quello che sarà il Festival
Internazionale della fotografia food. Le mostre saranno esposte in location simboliche, così da stimolare il dibattito sociale anche attraverso la provocazione
- Le tre mostre
Out of glass
Dove
Casa circondariale di Alba, in Via del Vivaro n.14, località Toppino
Quando
Dal 21 al 23 ottobre
Inaugurazione
Venerdì 21 ottobre, ore 14.00, con degustazione del vino “Valelapena”,
prodotto all'interno del carcere.
- Il Cibo dei Pescatori
Dove
Ristorante "Guido", via Fossano 19, Pollenzo
Quando
Dal 21 ottobre al 20 novembre
Inaugurazione
Venerdì 21 ottobre, ore 18.30 con aperitivo
- Sapori Reclusi
Dove
Cantina Scavino, via Alba-Barolo 59, Castiglione Falletto
Quando
Dal 23 ottobre al 20 novembre
Inaugurazione
Domenica 23 ottobre, ore 18.00 con aperitivo
Un festival che si apre a diverse contaminazioni con l’obiettivo di far dialogare testi e immagini utilizzando supporti diversi, dal cartaceo al digitale, per creare una riflessione sulla natura sociale (ma non solo) del cibo e dell’alimentazione. Mostre fotografiche, workshop, momenti musicali, cinema, dibattiti, spettacoli teatrali ed esposizioni artistiche di livello nazionale e internazionale si riuniranno ad Alba per raccontare il cibo e i mestieri a esso legati secondo un approccio fotografico che renda allo spettatore un’idea complementare ma non convenzionale del prodotto e del suo consumo. Il progetto Phood Vision. Il cibo che (non) immagini vuole quindi essere l’espressione fotografica di una nuova visione che metta a fuoco il cibo, la sua produzione e l’atto del consumo quali fattori culturali e antropologici, che interpretino una società in tutti i suoi aspetti: sociali, politici, religiosi, artistici fino a svelarne l’essenza metafisica ed extrasensoriale. Un cibo che racconti storie di uomini. Di vita. Di terre. Di culture. Un’interazione tra fotografia e cibo che si dissocia energicamente dalla sua rappresentazione tradizionale per approdare sperimentalmente a una nuova visione cosciente e consapevole dell’immagine food.