
I Carabinieri della Compagnia di ALBA avevano fermato, domenica 16 ottobre scorso durante la “Fiera del Tartufo”, un 60enne residente in provincia di CASERTA mentre stava vendendo un paio di scarpe “taroccate” su cui era impresso il falso marchio HOGAN ad un cliente. Lui venne denunciato per il reato di vendita di prodotti industriali con segni falsi mentre al cliente fu contestata una multa da 200,00 euro e le scarpe sequestrate.
L’attività dei Carabinieri non si è fermata però a quell’intervento ed i militari hanno avviato una serie di accertamenti per capire se l’indagato avesse la disponibilità di altra merce contraffatta in zona e, nel giro qualche giorno, hanno localizzato un laboratorio di sartoria con annesso negozio a CASTAGNITO, alle porte di ALBA, lungo la strada che conduce ad ASTI. Nella giornata di ieri i Carabinieri hanno dato esecuzione ad un decreto di perquisizione emesso a carico del campano dalla Procura della Repubblica di ALBA (Sost. Proc. Dott.ssa Laura DEODATO) ed in quei locali, dove sospettavano che l’uomo potesse nascondere altri articoli falsi, sebbene non vi fosse traccia di merce taroccata, si sono trovati dinanzi ad un laboratorio di sartoria per confezionare capi d’abbigliamento da uomo e da donna con tre macchine da cucire industriali perfettamente funzionanti ed annesso negozio che da direttamente sulla strada. E’ poi emerso che l’attività artigianale e commerciale avviata dal sarto campano, il quale si avvaleva anche di due donne per confezionare i vestiti, era totalmente abusiva perchè non risultava agli uffici comunali di CASTAGNITO alcuna comunicazione di inizio attività, né erano state rilasciate le necessarie licenze. I Carabinieri infatti, oltre a sequestrare penalmente i locali, i vestiti in lavorazione o messi in vendita nel negozio ed i relativi macchinari usati (su cui sono in corso ulteriori accertamenti in quanto probabilmente si tratta di apparecchiature non a norma), hanno elevato a carico del sarto abusivo multe per complessivi 10 mila euro. L’indagato aveva una rete di clienti “riservati” di sua fiducia dei quali conservava le taglie ed i recapiti telefonici ed a cui vendeva, evidentemente “sottobanco” ed a prezzi scontati, gli abiti da lui preparati ed a cui apponeva poi le etichette ispirate al nome del suo paese d’origine “SAN FELICE”, il tutto senza essere titolare di partita I.V.A. e quindi totalmente sconosciuto al fisco.
Per questa ragione i Carabinieri di ALBA, oltre all’Autorità Giudiziaria, hanno informato anche la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate non risultando alcuna fatturazione della materie prime acquistate per confezionare i vestiti né ricevute rilasciate ai clienti del negozio completamente abusivo a cui sono stati apposti ora i sigilli.