La credibilità della classe politica italiana è ai minimi termini: la crisi, l’assenza d’interventi incisivi, l’aver taciuto sulla gravità della situazione italiana, tacciando di catastrofismo quanti avanzavano seri e fondati dubbi sulla reale situazione, hanno creato uno strappo tra il Paese reale e chi lo rappresenta a livello centrale. Il sistema elettorale, con un Parlamento formato da persone non scelte dai cittadini, ma dalle segreterie dei partiti e con i soli Consigli Comunali eletti nella loro interezza col sistema delle preferenze, costituisce un’ulteriore aggravante. Ecco perché ritengo che il Parlamento non possa ulteriormente rinviare nel tempo l’approvazione di una nuova legge elettorale che rispetti la volontà di oltre un milione di persone, che hanno sottoscritto la richiesta di referendum riconoscendo nuovamente ai cittadini il diritto a poter scegliere “veramente” i propri rappresentanti. Nel contempo, occorre che dalla stessa classe politica giunga un segnale preciso con l’appoggio, pieno e totale, agli sforzi che sono fatti per colpire quanti evadono le tasse creando un profondo senso d’ingiustizia nel Paese. Nei cittadini si è ingenerata la convinzione che i sacrifici richiesti con le varie manovre che si sono susseguite siano sempre e solo a carico dei soliti strati sociali di popolazione, mentre chi evade, nei vari modi, le tasse continui impunemente nel proprio disegno. Tutto questo, assieme con la diminuzione dei finanziamenti al welfare, rischia di creare gravi problematiche alla coesione sociale del Paese con ricadute che, nei prossimi mesi, potrebbero raggiungere livelli preoccupanti.
Ecco perché ritengo che il Parlamento dei “nominati” debba compiere uno sforzo di credibilità approvando, senza indugio, una legge elettorale democratica, costituzionale e credibile. Nel contempo, da parte di chi ricopre, a qualsiasi livello, responsabilità politiche ed amministrative deve giungere l’appoggio totale ed incondizionato perché la lotta contro l’evasione fiscale sia rafforzata e non lasci degli spazi d’ombra.
E’ a rischio la stessa tenuta democratica e sociale del Paese, non solo la credibilità di chi é chiamato a responsabilità politiche.
Beppe Tassone