Mentre il Consiglio Comunale di Cuneo, con voto unanime, aderiva alla convenzione internazionale sul diritto delle persone con disabilità, si è consumato l’ennesimo strappo con la Regione Piemonte che da troppi mesi ormai sta facendo mancare i trasferimenti ai Consorzi Socio Assistenziali ed alle ASL con la conseguenza che, nella sola area cuneese, ammontano a milioni di euro i crediti delle cooperative sociali che gestiscono servizi e strutture. Si tratta di un atteggiamento inaccettabile che colpisce un settore già duramente maramaldeggiato dai tagli di bilancio previsti dal Decreto Tremonti del maggio 2010 e che rischia ora di alzare bandiera bianca. Il sociale non è un settore come gli altri, si occupa di persone in difficoltà nel momento del bisogno, fornisce servizi d’assoluta importanza e non può essere messo nella condizione di chiudere o dover drasticamente ridurre la propria attività. Occorre che la Regione Piemonte faccia chiarezza sulla realtà dei propri bilanci, su cosa sta accadendo e sulle ragioni dei lunghi ritardi nei trasferimenti che, previsti nel bilancio del 2011, ora non sembrano più disponibili. E’ necessario che si chiarisca questo e che la magistratura contabile intervenga per verificare situazioni inaccettabili con conti che lasciano dubitare e molto. Così come deve essere chiarito se corrispondono gli stanziamenti regionali sulla sanità con i trasferimenti che le ASL prevedono di ricevere dalla Regione: il dubbio è quello di trovarci di fronte a conti “ballerini” ed assolutamente poco trasparenti.
Pretendere chiarezza dalla Regione ed immediati versamenti ai Consorzi di quanto dovuto addirittura in conto degli anni passati è il minimo, così come devono essere chiariti, sempre dalla Regione, le motivazioni che hanno portato a riconoscere fondi aggiuntivi alla sola area di Torino, lasciando da parte, come colonie, le altre province a partire da quella di Cuneo che nel sociale eccelle.
Insomma: ora la misura è colma ed è inaccettabile che non venga fatta chiarezza.
Non è possibile che cooperative sociali e servizi siano costretti a chiudere o a sospendere attività perché non vengono rispettati impegni di bilancio che orami dovrebbero trovare collocazione nei residui passivi e non nel bilancio di competenza, questo almeno una corretta gestione amministrative pretenderebbe.
Beppe Tassone