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14/04/2011Politecnico di Torino
 
 
IL NUCLEARE PULITO È POSSIBILE? QUALE FUTURO PER LE REAZIONI PIEZONUCLEARI
 
 
Le fissioni di elementi non-radioattivi e relativamente leggeri (dal Ferro in giù), che si scindono in elementi inerti ancora più leggeri, senza emissione di raggi gamma né di scorie radioattive, è una realtà. Le reazioni piezonucleari, come ricorda la radice greca della parola, sono indotte da onde di pressione, sia nei liquidi che nei solidi. Frutto della ricerca italiana, le prime esperienze  sui liquidi sono state condotte presso il CNR di Roma, utilizzando soluzioni acquose di sali ferrosi sollecitate da ultrasuoni, mentre quelle  sui solidi sono state condotte al Politecnico di Torino, utilizzando rocce granitiche o basaltiche sollecitate in compressione e portate a frattura fragile. Per queste ultime, la collaborazione con ricercatori di INFN (Istituto Nazionale Fisica Nucleare) e INRIM (Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica) è risultata decisiva. Scopo del convegno è stato quello di ripercorrere il cammino scientifico che ha condotto a tale nuovo tipo di reazioni ma anche di valutare se potrà costituire una valida alternativa alla fusione nucleare. Se queste reazioni possono avvenire in un laboratorio (rilevate tramite la recentissima tecnica spettroscopica EDS), ove le pressioni e le temperature, ma soprattutto le masse in gioco, sono di gran lunga inferiori a quelle presenti negli strati profondi della crosta terrestre, a maggior ragione esse avverranno in quest’ultima, innescate da fenomeni di frattura e frantumazione di origine sismica e tettonica. D’altra parte durante terremoti anche di media magnitudo si possono rilevare flussi neutronici sino a 12 volte il fondo naturale. Ciò che può risultare più sorprendente è che freddi e semplici calcoli dimostrino come l’eccesso di calcio sia diventato l’acqua degli oceani, così come l’eccesso di magnesio sia diventato il carbonio delle atmosfere prototerrestri. Nello stesso modo, anche il cloruro di sodio (Sodio = 11, Cloro = 17) sembra provenire dalla scissione del Nichel (28). Ferro e Nichel si stanno infatti “estinguendo”, in particolare negli oceani. Se confermati da altri laboratori, questi risultati rappresenteranno una rilevante scoperta scientifica, del tutto trasversale e interdisciplinare. La sua importanza risiede nel fatto che essa fornisce una spiegazione a molti fenomeni naturali ancora inspiegati. Per quanto riguarda invece le applicazioni, se ne prevedono di molti e svariati tipi, ma quelle riguardanti la previsione dei terremoti, lo studio dell’inquinamento da Carbonio, l’accelerazione del decadimento delle scorie radioattive, e persino una eventuale produzione di energia pulita, appaiono del tutto possibili, se supportate da una ricerca scientifica adeguata.

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