TURISMO - ALTRE ATTRATTIVITÀ
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| | 30/05/2012 | | | | | |
| MIXITALIA – RAI UNO PUNTATA 16 VALLE GRANA-ELISA ISOARDI | | |
| Sabato 2 giugno ore 14,00 | | |
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Una valle che ha saputo custodire gelosamente i suoi tesori e oggi li offre solo a chi li sa apprezzare: questo e molto altro è la Valle Grana, oggi forse la meno turistica delle valli cuneesi e, proprio per questa ragione, ancora intatta nella sua eccezionale bellezza. Elisa Isoardi, conduttrice di trasmissioni come Unomattina, Linea Verde e La prova del cuoco, nella Valle Grana ci è cresciuta e ancora oggi ci torna almeno una volta al mese. È legatissima alla sua mamma, la bella Irma, e anche al paese dove è cresciuta, Caraglio. Il nome di Caraglio agli abitanti della Valle riporta subito alla memoria la leggenda di Cecilia e Roldano, perché, proprio in una stradina medievale del paese, si trova la famosa “finestra di Cecilia”, personaggio protagonista di una fiera vicenda di riscatto contro i soprusi di un potente signore locale. Ma la Valle Grana è anche l’unico territorio italiano in cui si parla ancora l’occitano. Grazie anche alla conformazione del territorio, infatti, l’antica lingua d’Oc si è mantenuta viva e, ancora oggi, viene tramandata ai bambini. Così come si cerca di recuperare il grande patrimonio della musica tradizionale occitana. Sergio Berardo, apprezzato polistrumentista e insegnante di musica di Elisa, quando lei era bambina, ancora oggi insegna ai suoi giovani allievi a suonare la ghironda, un antico strumento a corde le cui origini risalgono all’anno Mille. L’operosità degli abitanti della valle è risaputa e ha dato origine a iniziative anche sorprendenti. Come quella del paesino di San Pietro di Monterosso, dove la signora Graziella ha deciso di fronteggiare lo spopolamento del luogo in modo davvero originale. Per ogni abitante che va via o scompare, Graziella crea un “babaciu”, un pupazzo di fieno a grandezza naturale che prende il posto di chi non c’è più e viene collocato davanti all’abitazione lasciata vuota. “Così – dice Graziella – il paese mantiene ancora l’aspetto di una volta”. Salendo più in alto verso le montagne della Valle Grana, è facile imbattersi nelle mucche che pascolano nella zona. Sono bovini abituati anche ad arrampicarsi lungo pendii scoscesi per cibarsi dell’erba delle zone più impervie. Dal loro latte viene ricavato quello che è forse il prodotto simbolo della valle, il formaggio Castelmagno, prodotto con cura e amore dai casari locali per mantenere intatte le sue caratteristiche. Naturalmente, il Castelmagno è anche uno degli ingredienti più usati nella ricca cucina locale. E anche nel ristorante che la famiglia di Elisa ha aperto se ne fa largo uso. In cucina, la nonna Lucrezia, vitalissima settantenne abituata a padroneggiare dietro ai fornelli, oggi lavora fianco a fianco con il giovanissimo Matteo, lo chef del ristorante; e la loro collaborazione produce, oltre a qualche battibecco, prelibatezze gastronomiche, come gli gnocchi al Castelmagno.
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