Apocalissi domestiche. La prima opera che ho visto di Jean-Paul Charles è stata una gigantesca foto-radiografia intitolata “Generazione da salvare”, esposto nel 2010 in occasione della collettiva Work to Work: un essere che cerca di sfuggire a un vortice di luce che altrimenti lo ingloberebbe. Nulla di spirituale bensì un auspicio reale materializzato in un'immagine. Ricordo l'artista che, quasi ossessivo, mi parlava del suo lavoro con un'ansia umana che definirei barocca e, confesso, mi spaventava ma imparai a capirlo ascoltandolo. Nel 2011 gli dedicammo una personale, occasione rara per l'En Plein Air sempre dedita a progetti corali. “Smettila di camminarmi addosso” fu il titolo scelto tra le sue opere per tutta la mostra: dieci anni di attività tumultuosa; un'autentica apocalisse d'immagini che interrogano il precipitare del presente assumendo in prima persona interrogativi e risposte, da artista che osserva l'ecosistema di cui fa parte e, per dirla con Gregory Bateson, cercando un'ecologia della mente che sappia far ripartire il mondo. Da nomade dell'arte quale ha scelto di essere, è un'ottima occasione quella di far soggiornare temporaneamente il suo lavoro in un Hotel, assicurando al suo lavoro quello spazio di convivialità necessario a farlo esistere, non volendo assolutamente relegarlo negli spazi angusti delle neo-borghesie ottuse di questi giorni. Il suo è un lavoro che non predilige una tecnica, ma soggiace soltanto alla necessità di esprimersi al meglio accogliendo in se tutto: dalle istanze pittoriche alle possibilità tecnologiche senza mai dogmatizzare nulla, ma sempre e soltanto scegliendo il mezzo ideale. Buon viaggio Jean-Paul. Marco Filippa
Interverranno inoltre:
Ivan Fassio con un reading letterario
Silvia Rosa con un reading poetico
Federico Galetto con una Performance di Visual Art dopo il tramonto
L'artista, nel corso della serata, darà vita a uno spettacolare momento di live painting “on the road”