Una ventata di incertezza raffredda la ripresa dell'industria novarese. Lo rivelano le previsioni congiunturali elaborate dall’Associazione Industriali di Novara per il terzo trimestre del 2010 (riportate integralmente sul sito internet “www.ain.novara.it”).
Il saldo tra gli imprenditori che si dichiarano ottimisti e quelli che sono pessimisti in merito alle attese di produzione, infatti, interrompe la serie consecutiva di un anno di recuperi rispetto minimi toccati nella primavera del 2009, facendo scendere l'indicatore a -5,4 punti dai precedenti 1,5. A livello di aspettative di ordini, inoltre, i saldi ottimisti/pessimisti rivelano una discesa da 6,2 a -0,9 punti del dato relativo agli ordini totali, mentre aumenta da 6,4 a 10 punti quello sulle esportazioni.
«L'uscita dalla crisi – osserva la presidente dell’Ain, Mariella Enoc – è un dato ormai acquisito, anche se risulta ancora condizionata da forze contrastanti. A fare da traino, in questa fase, è soprattutto l'export, negli ultimi mesi favorito dalla debolezza dell'euro e dalla forte domanda dei Paesi emergenti. I consumi interni, invece, avanzano lentamente, in linea con lo scarso reddito disponibile nelle famiglie e con le fragili condizioni del mercato del lavoro».
Sul fronte occupazionale il saldo ottimisti/pessimisti relativo alla volontà di procedere ad allargamenti degli organici rimane ancora negativo, ma accorcia in modo significativo la distanza da quota zero, passando dai -11,4 punti del trimestre scorso agli attuali -5,1 punti. Rimane sostanzialmente stabile, invece, l’intenzione di ricorrere alla Cassa integrazione guadagni, che viene dichiarata dal 20,2% delle aziende contro il 19,5% della precedente rilevazione.
«L’impatto della recessione sul numero di persone occupate – spiega il direttore dell'Ain, Aureliano Curini – è stato attenuato dal massiccio ricorso alla cassa integrazione anche da parte delle aziende novaresi. Questo ampio bacino di lavoro non utilizzato, ma formalmente impiegato, ritarderà la ripresa del processo di creazione di nuovi posti con una dinamica temporale simmetricamente identica all'effetto di ammortizzatore avuto nella fase recessiva. L’andamento dell’occupazione nei prossimi trimestri, quindi, dipenderà sopratutto dal processo di riassorbimento dei cassintegrati, perché la domanda di lavoro è frenata dal fatto che i livelli di attività della aziende sono destinati a rimanere ancora a lungo più bassi rispetto a quelli degli anni precedenti la crisi. Un parziale, e comunque lento, recupero della richiesta di nuova manodopera è atteso solo nel 2011».
Le previsioni di investimento delle industrie del territorio sono in diminuzione: ad ammodernare gli impianti pensa il 33,6% degli imprenditori, contro il precedente 37,9%, mentre un calo dal 25% al 19,8% si registra nella percentuale di aziende che dichiara di voler procedere al potenziamento della propria capacità produttiva.
Migliorano, invece, inaspettatamente, i dati sui ritardi negli incassi rispetto ai tempi di pagamento pattuiti, segnalati dal 50,4% delle imprese contro il precedente 62,6%. Si tratta del valore più basso dall'inizio del 2009.
L'ANDAMENTO DEI SETTORI PRINCIPALI
METALMECCANICO – Rallenta il recupero, incertezza tra gli operatori
Il saldo ottimisti/pessimisti sulle attese di produzione scende da 8,2 a -10,7 punti, mentre quelli relativi agli ordini totali ed esteri calano, rispettivamente a -8,3 e a 2,6 punti a fronte dei precedenti 8,2 e 14 punti. Il saldo riferito alle aspettative di allargamento della base occupazionale sale a -6 punti rispetto ai -11,5 del trimestre scorso, mentre la percentuale di aziende che dichiara di voler fare ricorso alla Cig si attesta al 25%, contro il precedente 26,7%. Il 22% delle imprese intende procedere a investimenti di ampliamento degli impianti, mentre il 26% ha in programma investimenti di ammodernamento o sostituzione. I ritardi negli incassi sono segnalati dal 52% del campione.
CHIMICO – Si conferma trainante a livello provinciale
L'ulteriore avanzamento (a 26,7 punti, contro i 21,4 del trimestre scorso) del saldo ottimisti/pessimisti sulle aspettative di produzione conferma la solidità della ripresa del comparto, che è uscito per primo dalla crisi. I saldi ottimisti/pessimisti relativi alle attese di ordini, totali ed esteri, segnano, rispettivamente, 33,4 e 45,4 punti, a fronte dei precedenti 35,7 e 36,4. Cresce a 12,5 punti il saldo ottimisti/pessimisti sull’intenzione di effettuare nuove assunzioni (era 7,2 nella precedente rilevazione), mentre si riduce lievemente (dal 6,3% al 5,9%) la percentuale di imprese che vuole ricorrere alla Cig. Le denunce di mancato rispetto dei tempi di pagamento pattuiti calano dal 57,1% al 46,7%.
TESSILE E ABBIGLIAMENTO – Indicatori negativi in entrambi i comparti
Nel tessile, a fronte di attese di produzione ancora negative ma in miglioramento (il saldo ottimisti/pessimisti sale a -9,1 punti rispetto ai -30,8 del trimestre precedente) il saldo relativo agli ordini esteri cala a -10 punti rispetto ai +8,3 del trimestre scorso, mentre quello sugli ordini totali scende a -9,1 punti rispetto alla precedente quota zero. Il 36,4% delle imprese intervistate intende ricorrere alla Cig (nella precedente rilevazione era il 33,3%), mentre il 54,5% denuncia ritardi negli incassi, a fronte del precedente 69,2%. Nessuna inversione di tendenza nell'abbigliamento, con saldi ottimisti/pessimisti sulle attese di produzione a -42,9 punti (-37,5 nel secondo trimestre 2010) e su ordini totali ed esteri rispettivamente a quota -42,9 e -42,8 punti. I ritardi negli incassi sono segnalati dal 71,4% delle aziende.
ALIMENTARE – Miglioramento diffuso, ma non è ancora piena ripresa
Da due trimestri il saldo ottimisti/pessimisti sulle attese di produzione è fermo a quota zero, anche se gli indicatori relativi agli ordini totali ed esteri salgono, rispettivamente, a +20 e +30 punti dai precedenti -7,7. Calano però, dal 30,8% al 9,1%, le intenzioni di investimenti per ampliamento della capacità produttiva e aumenta dal 38,5% al 54,5% la percentuale di imprese che vuole ammodernare gli impianti. A fronte di nessuna intenzione di ricorso alla Cig, il saldo ottimisti/pessimisti sugli allargamenti della base occupazionale si attesta a -10 punti. Calano, dal 69,2% al 50%, le segnalazioni di ritardi negli incassi rispetto ai tempi di pagamento pattuiti.
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