Autorità, colleghi imprenditori, signore e signori
Vi ringrazio molto per la vostra partecipazione a un appuntamento così importante come l'assemblea annuale dell’Associazione Industriali di Novara, reso ancora più rilevante dalla presenza della “nostra” presidente nazionale, Emma Marcegaglia, cui rivolgo un cordialissimo saluto e che vi chiedo di accogliere con un caloroso benvenuto. Colgo l’occasione anche per ringraziare l’Università del Piemonte Orientale per l’ospitalità che non ci fa mai mancare.
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Come forse già sapete, poco fa l'Assemblea dell'Ain, riunita in seduta privata, ha deciso di affidare a me il compito di guidare e di rappresentare questo sodalizio per il prossimo biennio.
Non vi nascondo che mi sento emozionato, oltre che onorato, per questo incarico: ne comprendo perfettamente tutta la serietà e la complessità perché conosco da tempo la realtà associativa. Ma sono anche consapevole che se gli imprenditori hanno fatto questa scelta è perché ritengono che io sia in grado di assolvere a questo mandato con tutto l’impegno e la dedizione che sono necessari.
Cari colleghi: per questa notevole attestazione di stima, per questa davvero grande dimostrazione di fiducia, vi sono sinceramente grato. Sarà mio dovere, d’ora in poi, riuscire a dimostrare, nei fatti, di essermele veramente meritate.
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Consentitemi di ringraziare, in particolare, due persone che in me hanno sempre creduto, riversando nei miei confronti aspettative che in alcuni frangenti ho ritenuto persino eccessive: Mariella Enoc, con la quale avrò l’onore di poter continuare a collaborare ancora, sia come past-president sia nella sua veste di presidente di Confindustria Piemonte, e il direttore dell’Ain, Aureliano Curini, che costituisce il vero “pilastro organizzativo” del nostro sodalizio.
Ma consentitemi anche di presentarvi i colleghi del Consiglio direttivo dell’Ain, che mi affiancheranno in questo delicato e al tempo stesso esaltante lavoro di rappresentanza dell’imprenditoria territoriale e di sostegno alle sue legittime istanze.
Si tratta di Roberto Drago, vicepresidente della De Agostini Spa, Gianni Filippa, amministratore delegato della Ppg Univer Spa, Anna Chiara Invernizzi, consigliere di amministrazione della Tickmark Spa, e Giacomo Ponti, consigliere di amministrazione della Ponti Spa.
Si tratta di persone con le quali sono davvero orgoglioso di poter collaborare in questo biennio e con le quali ho da subito condiviso gli obiettivi prioritari del programma che più avanti vi esporrò.
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Prima, però, vorrei soffermarmi qualche minuto sull’analisi dello “stato di salute” del sistema economico territoriale, cercando di evidenziare quegli elementi di positività che finalmente, anche nel Novarese, sembrano indicare che la “grande crisi”, quantomeno nella sua fase più acuta, può considerarsi davvero alle spalle.
Non possiamo certo ancora parlare di una fase espansiva. Ma sicuramente la ripresa, che ha cominciato a germogliare a fine estate 2009, sta riacquistando sempre maggior vigore. A livello globale si è diffusa dai paesi emergenti a quelli avanzati, coinvolgendo prima gli Stati Uniti e il Giappone poi le economie europee, anche se ancora in ordine sparso e con intensità differenziata.
Sul nostro territorio i segnali non sono ancora univoci. Ma finalmente cominciamo a vedere il bicchiere mezzo pieno. Nonostante le nostre previsioni congiunturali per il terzo trimestre dell'anno rivelino una lieve inversione di tendenza, rispetto alla precedente rilevazione, del saldo tra ottimisti e pessimisti sulle aspettative di produzione, possiamo davvero dire che “il peggio è passato”.
In termini di attese sugli ordinativi registriamo un ulteriore miglioramento dell’export mentre la domanda interna rimane ancora in contrazione. L’andamento degli incassi rispetto ai tempi di pagamento pattuiti segna, per le aziende novaresi, valori di sofferenza sempre elevati, ma le indicazioni sono per un significativo miglioramento.
Risultano invece in flessione gli indicatori relativi alla volontà di effettuare investimenti, sia di sostituzione o ammodernamento degli impianti, sia finalizzati all’ampliamento della capacità produttiva.
Questo dato deve fare riflettere tutti noi che siamo presenti oggi: noi imprenditori, che dobbiamo continuare ad avere fiducia in noi stessi, nelle nostre capacità e nelle nostre potenzialità, che sono notevoli. Ma anche i politici e i “decisori”, affinché comprendano quanto sia davvero fondamentale “fare sistema” e perseguire insieme un unico fine: quello di un concreto, stabile, strutturale e duraturo sviluppo del nostro territorio.
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Le linee programmatiche sulle quali l’Ain sarà impegnata nel prossimo biennio sono orientate verso tre principali direttrici.
Proseguendo in un percorso già tracciato da anni, ritengo indispensabile continuare a porre la massima attenzione alla valorizzazione della dotazione infrastrutturale del territorio.
Questo, principalmente, in una prospettiva di servizio alle attività economiche; ma non soltanto di esse. Perché se il territorio è ben servito ne traggono diretto vantaggio anche i suoi cittadini, i suoi turisti, i suoi visitatori occasionali.
Sono convinto che questa strategia debba essere realizzata con la maggiore incisività possibile. Che vada, quindi, fatta una “selezione mirata” delle azioni e delle iniziative su cui far convergere l’attività amministrativa, e i relativi canali finanziari, di tutti i soggetti coinvolgibili.
In questa prospettiva l’Associazione Industriali di Novara si pone come il catalizzatore delle forze economiche locali per produrre un’azione di “lobby territoriale” tanto trasparente quanto dotata di solidità e di autonomia.
Se, dunque, vogliamo dare una forte riconoscibilità territoriale al novarese anche noi imprenditori dobbiamo contribuire a “dettare l’agenda” dei lavori e i suoi tempi di realizzazione.
E dobbiamo fare in modo che gli atti di pianificazione da parte degli enti competenti siano indirizzati a promuovere interventi strutturali finalizzati alla creazione di un reale “valore aggiunto”, con orizzonti di medio-lungo periodo.
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Faccio subito qualche esempio concreto. Mi riferisco alla urgente definizione del “nodo ferroviario” di Novara, al sostegno allo sviluppo del Cim, che finalmente ha ricevuto i fondi della Legge Obiettivo e può prevedere un ritorno all’utile a partire dal 2012, e alla necessità di realizzare la “stazione in linea” dell’Alta Velocità ferroviaria già in esercizio.
Su quest’ultimo punto, che è strettamente connesso all’avvio dei lavori della Torino-Lione, so di poter contare sul prezioso supporto di Mariella Enoc e di Confindustria Piemonte. In questo modo le sinergie che saremo in grado di attivare potranno dare un contributo decisivo per l’ottenimento di un risultato di portata “storica” per il nostro territorio.
Non potrà poi mancare, soprattutto in vista dell’Expo 2015, un’attenzione particolare al potenziamento e alla valorizzazione dello scalo di Malpensa e ai relativi collegamenti viari, che dovranno essere migliorati.
Anche a livello di aeroporti è indubbio che esista una forte competizione nel Nord Ovest, spesso alimentata da interessi localistici, che non giova al sistema economico e della mobilità della macroarea. Per questo motivo ritengo che ogni strategia di sviluppo del sistema aeroportuale vada sviluppata a livello di Nord Italia, tenendo ben presente la centralità dello scalo di Malpensa.
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Le grandi infrastrutture di trasporto rappresentano però delle condizioni indispensabili ma non sufficienti per attivare politiche di sviluppo capaci di mettere radici e di produrre risultati tangibili, in modo strutturale.
Se vogliamo che il Novarese rimanga al centro del bacino economico “padano” è quindi necessario attivare un processo, stabile e duraturo, di attrattività degli investimenti, che sarà da governare con adeguate azioni di marketing territoriale.
La relativa cabina di regia, però, dovrà essere di diretta emanazione del territorio locale, e non delegata, nei fatti, a gruppi e interessi ad esso esogeni. Da questo punto di vista il fatto che l’assessore regionale alle attività produttive sia il nostro ex-sindaco, Massimo Giordano, costituisce una notevole garanzia di serietà e di impegno. Siamo certi che non ci deluderà.
Anche su questo versante, comunque, l'Associazione Industriali di Novara dovrà costituire un “centro di verifica” permanente dell’efficacia dell’azione amministrativa, considerando tra le priorità da monitorare alcuni aspetti: la realizzazione di aree attrezzate per accogliere nuovi investimenti, un’adeguata dotazione logistica a supporto dei distretti e dei poli di innovazione e un rinnovato interesse alle aree industriali dismesse.
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Un altro elemento sul quale la nostra attenzione sarà massima è quello del miglioramento della “sostenibilità ambientale” dei poli produttivi esistenti, anche attraverso il controllo delle modificazioni d’uso del suolo nelle aree limitrofe.
Si tratta di un aspetto cui personalmente sono molto sensibile, perché ritengo che la sostenibilità, e l'attenzione al futuro che ne è diretta conseguenza, debba costituire uno dei principi ispiratori di qualsiasi attività d’impresa.
Queste linee di azione dovranno anche vedere l’Ain continuare a impegnarsi nello sviluppo di tutte quelle modalità di concertazione istituzionale finalizzate ad accelerare i tempi di risposta alla domanda di insediamento, di investimento e di sviluppo, anche mediante strumenti amministrativi innovativi di semplificazione e di certificazione delle procedure.
Sono sicuro che la nuova giunta regionale sarà in grado di superare le difficoltà di dialogo che sono sorte, in passato, tra i vari livelli di governo amministrativo. È infatti assolutamente necessario che vengano sconfitte le inerzie procedurali che hanno caratterizzato per troppo tempo la burocrazia piemontese.
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Infine, ritengo che la logica che debba sottostare a questa nuova progettualità istituzionale in ambito territoriale vada inquadrata in una visione di area più vasta rispetto a quella dei confini amministrativi.
Detto in altri termini ritengo sia il momento di dire “basta” con i localismi e gli interessi particolari e di dare spazio a dimensioni di pianificazione sovraprovinciali e interregionali: le uniche, in una prospettiva futura, che siano davvero in grado di dare un concreto sostegno alle attività economiche e produttive del Novarese.
Da questo punto di vista ci sono due banchi di prova che ci attendono al varco nel medio periodo, e sui quali si verificherà l'efficacia o meno di quanto sto auspicando: l’Expo 2015, sulla cui governance è stata finalmente fatta chiarezza e in merito al quale sarebbe ora si cominciasse a procedere più speditamente, e l'assemblaggio dei caccia F35 a Cameri.
Forse non è a tutti noto il delicato impegno profuso dall'Ain in questi anni per favorire una ricaduta positiva sul territorio delle attività che andranno a insediarsi nella base dell'Aeronautica militare. Certamente, ora che un primo risultato è stato ottenuto, dobbiamo proseguire in maniera sinergica per fare in modo che nei prossimi anni gli sviluppi indotti per le nostre imprese siano più tangibili possibile.
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Credo meriti un cenno anche il problema della non completa diffusione della banda larga in tutti i comuni del Novarese, con l'impatto negativo che questo comporta per l'attività di molte aziende.
Devo, al riguardo, rivolgere un plauso all'impegno per risolvere questo problema, dichiarato dalla Provincia poco più di un mese fa, nel corso di un convegno a Borgomanero. Ma devo anche, in questa sede, esprimere l'invito e l'auspicio che i risultati delle dichiarazioni profuse si vedano al più presto.
Mi corre anche l'obbligo, per “dare a Cesare quel che è di Cesare”, di rivolgere pubblicamente un altro plauso: alla rapidità con la quale è stato varato, dalla Regione Piemonte, il Piano straordinario per l’occupazione e lo sviluppo economico.
Il Piano, come è noto, si articola su quattro assi di intervento e stanzia oltre 390 milioni di euro di risorse: circa 190 milioni per le politiche attive del lavoro, circa 180 milioni per lo sviluppo della competitività piemontese, circa 21 milioni per l’accesso al credito delle imprese e oltre un milione per la semplificazione e la sburocratizzazione.
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Noi industriali, all'interno di un apprezzabile percorso di concertazione, abbiamo dato un contributo concreto all'elaborazione di ogni singola misura di questo progetto; e apprezziamo molto il fatto che, dal punto di vista operativo, sia stato annunciato un monitoraggio che, con cadenza quadrimestrale, dovrà verificare con le parti sociali ed economiche l'iter e il livello di attuazione degli interventi.
Si tratta di un modo di lavorare che condividiamo, tanto nel metodo quanto nel merito. Siamo infatti convinti che l'occupazione sia, e debba sempre continuare a essere, il tema portante di ogni politica economica e sociale.
Nulla si può programmare e risolvere senza una soluzione, almeno parziale, del problema occupazionale e senza la necessaria pace e coesione sociale. Sappiamo bene tutti, infatti, come gli effetti della crisi siano ancora tangibili sul nostro territorio, e che molte famiglie versano ancora in situazioni di difficoltà.
Va però sottolineato come, soprattutto in questi ultimi anni, le aziende nostre associate abbiano prestato molta attenzione all’impatto sociale dei loro processi di ristrutturazione, evitando il più possibile il ricorso alle procedure di mobilità e ricorrendo, nella maggioranza dei casi, agli ammortizzatori sociali.
E credo di poter esprimere un punto di vista condiviso garantendo fin d’ora la nostra massima collaborazione alle istituzioni per contribuire a ricercare tutti gli strumenti, anche finanziari, che consentano la migliore ricollocazione lavorativa possibile delle persone che si trovano in mobilità.
Ritengo infatti che anche all’interno della più buia crisi esistano sempre degli spiragli di luce, delle opportunità concrete, che sta proprio al mondo imprenditoriale sapere individuare, cogliere e indicare.
Anche il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro, un settore su cui l’impegno dell’Ain è da tempo davvero notevole, dovrà rimanere una priorità per il futuro. Se la provincia di Novara non ha registrato incidenti mortali nel corso del 2009 è anche grazie al fatto che le nostre imprese hanno dimostrato sensibilità e interesse su un aspetto di così grande rilevanza per la loro attività.
In questo caso mi sia consentita un'osservazione di carattere personale, che deriva dalla sensibilità che ho potuto acquisire dall'esperienza diretta. La Mirato, in quanto azienda chimica “a rischio di incidente rilevante”, investe ogni anno ingenti somme per il potenziamento e il miglioramento dei propri presidi sulla sicurezza, oltre a seguire percorsi costanti di formazione e aggiornamento del personale che sono davvero utili e preziosi.
Sono convinto che sia ciò che dovrebbe fare ogni azienda che meriti questo nome, perché è anche da questi segnali che si dimostra la serietà di un imprenditore.
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Un’altra direttrice sulla quale il nostro impegno dovrà essere prioritario è quella dell’Education. Se ne occuperà direttamente Anna Chiara Invernizzi, che essendo anche docente all’Università del Piemonte Orientale è in possesso di quelle competenze professionali che le consentiranno di adempiere al meglio a questo importante ruolo.
Come industriali abbiamo molto apprezzato le riforme varate dal ministro Gelmini in materia, come l'impegno di Confindustria e del “Club dei 15”, che riunisce le 15 organizzazioni territoriali di Confindustria a più alta vocazione manifatturiera, per la valorizzazione dell'istruzione tecnica superiore. Queste inziative consentiranno, tra l'altro, di inserire un nostro rappresentante nei comitati di indirizzo degli istituti tecnici in modo da intensificare la collaborazione e adeguare i percorsi formativi alle esigenze delle imprese.
Lo stesso fatto di avere scelto come sede della nostra Assemblea l'Aula Magna della facoltà di Economia dell'ateneo tripolare è, inoltre, sintomatico di una vicinanza con il mondo accademico che vuole essere il più possibile foriera di sinergie concrete.
Parteciperemo sicuramente anche alle iniziative promosse dalle istituzioni territoriali, quali la “cabina di regia” della Provincia e i “poli formativi” per i corsi di formazione post-secondaria. In tema di orientamento, inoltre, rimarranno di rilevanza strategica i progetti rivolti alle scuole secondarie e all’Università, che saranno finalizzati al perfezionamento di competenze trasversali, come le lingue straniere, l’informatica e le tecniche di imprenditorialità, ormai tutte indispensabili per un adeguato ingresso nel mondo del lavoro.
In tema di rapporti con l’Università dovremo iniziare a compiere un’analisi degli effettivi fabbisogni emergenti dal mondo delle imprese. Soltanto individuando le competenze professionali mancanti sarà infatti possibile progettare un’offerta formativa che sia davvero adeguata per tutti i livelli della “filiera dell’istruzione” del Novarese.
Per quanto concerne la fase post-formativa di stage, infine, sarà opportuno attivare una gestione sinergica con gli uffici di “job placement” al fine di favorire un’interazione ottimale con il mondo produttivo. Dovremo anche implementare i sistemi di monitoraggio degli stagisti per rendere più efficace l’attività da loro svolta in azienda.
In sostanza, dobbiamo aiutare le scuole secondarie e l'Università a formare giovani sempre più in sintonia con le esigenze delle imprese del nostro territorio.
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Anche relativamente all'innovazione non dovremo abbassare la guardia. Un’azienda, infatti, può crescere in modo significativo, o addirittura può sopravvivere, solo se mette questo aspetto davvero al centro della propria strategia.
Come associazione dovremo quindi proseguire nell'impegno profuso negli anni scorsi, e che ha tra l'altro portato alla nascita, proprio a Novara, del Polo regionale per la chimica sostenibile, che consente alle imprese di accedere a servizi ad alto valore aggiunto e a infrastrutture per l’innovazione. Il Consorzio “Ibis”, che riunisce i 22 soci fondatori, tra cui 18 aziende, ha infatti sede legale e operativa presso l’Ain, che ne è anche il soggetto gestore.
Dovremo approfondire anche il tema del trasferimento tecnologico e dei materiali innovativi e continuare a sostenere l'incubatore d'impresa, che ha visto la luce anche grazie al nostro contributo. Questa struttura, oltre che funzionale all’attività svolta nel campo della ricerca, potrebbe diventare un centro aggregatore e facilitatore delle politiche locali di sviluppo del territorio.
Per quanto riguarda la tematica energetica sarà fondamentale continuare a sviluppare il confronto operativo con il mercato, dove il nostro Consorzio San Giulio continua a essere tra i protagonisti, tanto in termini di risparmio sui costi dell'energia elettrica e del gas naturale quanto di utilità e di innovatività dei servizi offerti.
Ritengo che sui “grandi numeri”, nel futuro, la fonte primaria possa essere principalmente quella nucleare. Ma anche i temi delle energie rinnovabili, seppur ancora economicamente meno rilevanti, si stanno dimostrando molto interessanti, soprattutto in un’ottica di medio periodo e per le strutture produttive meno energivore.
Mi riferisco in particolare al fotovoltaico, che sta registrando uno sviluppo rimarchevole anche sul nostro territorio, dove non sono poche le aziende che hanno riconvertito i loro impianti o hanno intenzione di farlo a breve.
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In tema di innovazione non posso non citare quello che è uno dei “fiori all'occchiello” della nostra provincia: il distretto della rubinetteria e del valvolame del Cusio. In quest'area ci sono aziende all'avanguardia a livello mondiale, che hanno saputo resistere alla crisi dimostrando un'intraprendenza e un coraggio che devono essere di esempio per tutti.
Anche nell'Alto Novarese non mancano però i problemi: quello della contraffazione è uno dei più sentiti e anche su questo aspetto, come su quello della tutela del Made in Italy sarà necessario tenere sempre alta la guardia, attraverso una crescente attenzione alla tracciabilità dei prodotti e dei semilavorati.
Proprio una settimana fa, nel corso della Giornata Nazionale Anticontraffazione indetta da Confindustria, l’Ufficio delle Dogane di Novara ha reso noti alcuni dati relativi al nostro territorio. A livello locale, i controlli mirati a contrastare il fenomeno della contraffazione sono stati 64 nel 2009 e ben 52 nei primi sei mesi del 2010. Per fortuna tutti hanno avuto un esito negativo.
In termini di tutela del “Made in Italy”, invece, nel 2009 sono stati sequestrati oltre 250mila articoli di rubinetteria finita che riportavano una fallace indicazione di origine. Nel primo semestre dell'anno i sequestri hanno riguardato 1.600 confezioni di calzature e circa 3.700 rubinetti che riportavano un marchio fuorviante, oltre a 1.450 altri articoli di rubinetteria finita con falsa indicazione di origine.
Va comunque detto che, a fronte dei numerosi e sempre più puntuali interventi dell'Ufficio delle dogane di Novara, il fenomeno riguarda, nella quasi totalità dei casi, aziende che sono ai margini di quella “comunità imprenditoriale” che si può orgogliosamente definire tale perché caratterizzata da onestà, correttezza e rispetto delle regole.
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In materia di sostegno all’internazionalizzazione da parte dell’Ain andrà ampliato il ventaglio dei Paesi cui si stanno dedicando specifici sportelli. Finora quelli destinati a i quattro “Bric” (Brasile, Russia, India e Cina) hanno dato lusinghieri risultati.
Nelle politiche di sviluppo dei servizi dell’Ain andranno inoltre create iniziative in favore delle aziende del settore terziario, che rappresentano ormai il 21% degli associati, e, soprattutto, a vantaggio di quelle piccole e microimprese che costituiscono oltre il 60% dei nostri aderenti.
Seguendo il percorso dell’evoluzione legislativa europea e nazionale, infine, dovremo muoverci con particolare cura nell’ottica di promuovere e premiare le aggregazioni tra imprese.
La nostra Associazione è ormai da tempo il principale punto di riferimento nel panorama della rappresentanza dell'imprenditoria locale. E desidero sottolineare gli ottimi rapporti che ci legano ai sodalizi delle altre categorie professionali, che continuiamo a considerare validissimi alleati nella presentazione di ogni istanza volta a favorire lo sviluppo economico del territorio.
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Un breve cenno ai rapporti con il mondo del credito. Sappiamo tutti quanto siano stati impattanti in passato, e quanto possano ancora condizionare, nel bene e nel male, le nostre attività future. Ritengo, però, che il fermarsi a una logica di contrapposizione o di mera contrattazione sui tassi sia controproducente e poco lungimirante in termini strategici.
I rapporti tra banca e impresa non possono infatti, secondo me, fermarsi alla richiesta di credito ma devono evolversi in una prospettiva di sviluppo del business sulla base di parametri condivisi e secondo una dialettica il più possibile costruttiva. E mi compiaccio che l’osservatorio costituito alcuni mesi fa dal nostro Comitato per la Piccola Industria stia già lavorando in quest’ottica.
Inoltre, penso che l’esperienza personale che mi vede quale rappresentante dell’unica azienda in tutta la provincia che ha portato a termine con successo un percorso decennale di quotazione in Borsa possa risultare utile per molti imprenditori interessati a forme alternative di reperimento delle fonti finanziarie, che vadano oltre il mero prestito bancario.
Il mondo si evolve con una rapidità sconcertante. Anche la struttura delle nostre aziende deve essere il più possibile aperta al cambiamento. Si parla sempre più spesso di reti di impresa, di produzione snella, di finanza strutturata. Sarà fondamentale riuscire a comprendere e gestire al meglio tutte le opportunità di sviluppo, anche culturale, che ci vengono offerte.
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Concludo con il richiamo a due temi che mi stanno particolarmente a cuore e sui quali Mariella Enoc ha giustamente, nel corso del suo mandato, posto un forte accento: il tema della legalità e quello dell'etica.
La nostra associazione si è sempre distinta, anche in termini di rigore statutario, per il suo ruolo-guida in materia di rispetto della legalità. Per questo motivo ritengo che alcune prese di posizione del nostro Direttivo, come l’invito del gennaio scorso alla prudenza e alla vigilanza, sia nei rapporti commerciali fra aziende sia nelle relazioni personali fra imprenditori, al fine di garantire la massima trasparenza nella gestione del business sul territorio Novarese andranno, a mio parere, costantemente ribadite.
Alla base di questo atteggiamentosta una considerazione dell'attività imprenditoriale che ne vuole far risaltare la funzione sociale. E pur nella consapevolezza di costituire un elemento di “discontinuità”, quantomeno in termini generazionali, con chi mi ha preceduto, è davvero importante, per me, oggi, sottolineare che proprio quella dell'etica è, e deve continuare a essere, una delle dimensioni fondanti del nostro essere imprenditori.
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Cari colleghi,
l'etica, intesa come attenzione e cura nei confronti del mondo che ci circonda, come impegno per il suo progresso, come capacità e coscienza di costituire un esempio positivo è, e deve continuare a essere, un elemento di coesione tra noi e di collegamento tra noi e gli altri.
L'etica è, e deve continuare a essere, un filo rosso che unisce le generazioni, un elemento di continuità nell'inevitabile discontinuità che ogni gradino dello sviluppo porta con sé. Un collante in ogni frattura, un punto fermo nella logica del cambiamento che fa parte del Dna di ogni impresa, una dimensione immutabile nell'incessante fluire del tempo.
Soltanto se terremo fermo questo principio continueremo a sentirci uniti dall'orgoglio di contribuire al benessere economico e sociale del nostro territorio.
Soltanto se terremo fermo questo principio saremo sempre più paghi del comune orgoglio di essere imprenditori.
Grazie, e buon lavoro a tutti.
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