A dieci anni dall'inaugurazione della Casa di cura “Mons. Luigi Novarese” di Moncrivello, i Silenziosi Operai della Croce hanno organizzato un incontro, che si terrà sabato 15 ottobre dalle ore 9 presso il Complesso del Trompone, per ricordane la costruzione e commemorare la figura di due persone che hanno contribuito a farne un polo di eccellenza per il territorio: il dottor Alberto Cavanna e don Remigio Fusi.
Il primo, collaboratore della direzione sanitaria della clinica, «è stato un medico che ha saputo curare il corpo, ma anche il cuore del paziente, applicando la sua arte dell'amore nel riconoscere in lui il volto del Cristo», così parlava di lui don Giovan Giuseppe Torre, sacerdote dei Silenziosi Operai della Croce, subito dopo la scomparsa dell'amico medico avvenuta due anni fa. Don Fusi, invece, è stato uno dei più stretti collaboratori del beato Luigi Novarese, fondatore dei Silenziosi Operai della Croce, a cui è stata intitolata la Casa di cura, e ha seguito la costruzione e la realizzazione della struttura sanitaria fin dall'inizio.
Nata grazie all'Associazione “Silenziosi Operai della Croce” ONLUS come Centro di Formazione professionale per disabili negli anni Settanta, la Casa di cura “Mons. Luigi Novarese” dal 2000 è un Centro di Recupero e Rieducazione Funzionale di secondo livello, nell'ambito del quale si interviene sul paziente nella fase di riabilitazione per quanto riguarda le patologie ortopediche, neurologiche e cardiovascolari. Fino al 2006, i locali della struttura sanitaria erano situati all'interno dell'ex Seminario minore della diocesi di Vercelli, adiacenti al Santuario.
La prima pietra dove oggi sorge la clinica fu posta il 12 febbraio 2005 e a benedire il terreno fu proprio don Fusi. Il 7 ottobre 2006, un anno e mezzo dopo, venne inaugurata la Casa di cura.
«Costruire nuove mura non è facile, di questi tempi. Ma donare accoglienza, fraternità umana e scientifica ai malati può essere ancora più difficile – spiegava don Torre -, noi ci abbiamo provato e continuiamo a provarci insieme a tutti i nostri operatori sanitari». E proprio a loro sarà dedicata l'appuntamento giubilare con il passaggio attraverso la Porta Santa e la messa in Santuario a termine dell'incontro.