Torino, lì 20-12-2016 - “L'avvento della crisi economica e dei cambiamenti sociali in atto ha acuito le forme e le cause di stress nelle persone: tra gli effetti peggiori, l'insorgenza o il peggioramento di forme di calvizie già in atto, tanto negli uomini che nelle donne. Un fenomeno, purtroppo, a incidenza crescente. L'infoltimento non chirurgico rappresenta l'unica soluzione in caso di diradamenti superiori al 90%, tale da consentire la massima densità capillare e un altrettanto soddisfacente e visibile risultato estetico per il paziente”.
Lo rende noto la Dottoressa Tatiana Amati, Membro della ‘Sitri' (Società Italiana di Tricologia) e Responsabile delle Cliniche ‘Tricomedit' di Torino e Alessandria (www.caduta-capelli-torino.it), dal 1973 a oggi le prime in Italia a essersi configurate come polo a 360° per la cura, prevenzione e lotta alla calvizie in tutte le sue forme.
Sul tema della tutela e mantenimento corretto della capigliatura quale elemento fondamentale nell'immagine e l'autostima della persona interviene anche il Professor Alessandro Meluzzi, psichiatra, crimonologo e psicoterapeuta tra i più importanti in Italia: “I capelli sono da sempre nei miti, negli archetipi e nella storia dell'umanità l'immagine simbolo della forza, della giovinezza, della bellezza e della salute. Sansone perde insieme ai capelli la dignità e il vigore, e i lunghi capelli dei Merovingi, re dei franchi, ne fanno dei personaggi sacri”, spiega il noto medico.
E aggiunge: “Da sempre capelli e simboli dell'umanità hanno camminato insieme. Per qualcuno perdere o rasare i capelli può essere una scelta di look o una necessità. Ma l'esigenza primaria di mantenerli in forma naturale come la chirurgia plastica nelle sue forme migliori rappresenta un supporto e un aiuto psicologico di grande utilità e valore. Ben venga quindi una tecnologia che consente, con l'aiuto dell'artificiale ben ancorato al naturale, di proteggere quell'immagine di sé che non si vuole perdere”.
Prosegue la Dottoressa Amati: “Gli impianti capillari sono soluzioni protesiche cui ricorrono indifferentemente sia uomini che donne per risolvere problemi di diradamenti locali, di varie dimensioni, imputabili a varie forme di alopecia. Le protesi si ottengono mediante l'innesto, su sottilissime membrane rese autoadesive, di capelli veri e naturali: solo per il colore bianco si ricorre preferibilmente a filamenti sintetici di natura inorganica”.
Ed entra poi nello specifico: “Allo scopo di mantenere il risultato invariato nel tempo, generalmente si opta per la realizzazione di due impianti capillari identici, da alternare l'uno all'altro per aumentarne la durata complessiva e mantenere sempre all'occhio una buona qualità della capigliatura. È importante, in genere con frequenza mensile, sottoporre la propria protesi presso il centro specializzato che l'ha prodotta per un'accurata e approfondita fase igienica, nel rispetto del mantenimento della protesi stessa e della cute su cui è adesa”.
Ma c'è di più: “I capelli degli impianti protesici, essendo veri, possiedono naturali doti di pettinabilità, flessibilità e lucentezza, e possono altresì essere sottoposti senza alcun problema e in maniera sicura a trattamenti di colorazione chimica quali colpi di sole, meches, shatush e altri. Oggi le moderne protesi sono realizzate in materiali ultraleggeri e traspiranti grazie a un'intensa microporatura: ciò consente a chi le indossa di poter effettuare tranquillamente qualsiasi tipo di sport, nuoto, palestra, in quanto consentono di eliminare all'esterno quella che è la naturale sudorazione cutanea”.
L'esperta conclude così, ponendo l'accento su un aspetto primario: “Infine, gli impianti capillari sono altresì classificati quali dispositivi medici di prima classe, esattamente alla stregua dei moderni apparecchi acustici, e pertanto fiscalmente detraibili secondo le normative fiscali vigenti”.