Nel 1915 quando, nel cuore di Torino a pochi passi dal fiume Po, nasceva questo vero e proprio simbolo subalpino. Una tradizione tuttora perpetuata dai coniugi Bruna e Giorgio Peyrano, depositari della squisita arte del cioccolato della famiglia, che qui assume, fra le altre, l'inconfondibile forma dei Giandujotti, delizia torinese nota in tutto il mondo.
Oggi come allora, a partire da selezionatissime fave di cacao, tostate utilizzando rami di ulivo liguri, il cioccolato Peyrano appaga i palati più fini offrendo il miglior cioccolato prodotto come vuole la tradizione. E lo stesso è anche il luogo in cui questo “miracolo” si perpetua da oltre 100 anni: lo stabilimento principale si trova ancora in corso Moncalieri, laddove il fondatore iniziò l'attività. Attualmente la capacità produttiva totale è di circa 100 tonnellate di cioccolato all'anno, suddivisa in 60 tipi di cioccolatini, oltre agli storici Giandujotti e alle tavolette a diversa percentuale di cacao, gelatine di frutta e pasticceria secca.
Una delle chicche per veri intenditori proposte da Peyrano sono i suoi Grappini, frutto di un'intuizione che proprio Bruna Peyrano ebbe ormai oltre 50 anni fa: racchiudere, in un guscio di cristalli di zucchero ricoperto di cioccolato fondente, la grappa più pregiata di un altro marchio storico datato 1850, la distilleria Revel Chion di Chiaverano, paese che sorge sulle alture del Canavese. Una novità proposta in anteprima a Gourmet Food Festival, il liquore Violà, che ripropone il felice modello del progenitore, donando però al cioccolato un cuore di liquore dolce, denso, profumato, voluttuoso e… provocante. Una vera e propria tentazione a cui è un piacere cedere, con un cioccolatino che ne tira un altro e poi un altro e poi un altro ancora.
FOTO DI DAVIDE TEISA