Martedì 4 agosto 2020, un gruppo di marinai, capitanati dal vice presidente Michele Di Liberto, ha accompagnato nella sua ultima navigazione, Giuseppe Ciulla, co-fondatore della loro sezione venariese. I funerali si sono svolti nella chiesa Santa Maria Bambina di Venaria.
Nell'ambito della celebrazione, il segretario Giovanni Galatola, dopo aver declamato la “Preghiera del Marinaio”, ha letto l'epicedio (canto funebre degli antichi Greci di origine popolare) affidatogli dal presidente Gabriele Fappiano.
“Se oggi siamo qui riuniti a commemorare la sua scomparsa, stretti nella nostra divisa con il solino sul bavero, lo dobbiamo alla sua idea, divenuta realtà, condivisa con altri marinai, a testimoniare e spiegare l'esistenza della Marina e dei marinai anche se lontani dal mare. Non occorre vivere al mare per essere dei Marinai, basta incontrarsi, con amici o conoscenti ed all'improvviso iniziare a parlare del mare, delle emozioni provate durante i mesi trascorsi sulle navi, delle esperienze di vita vissuta con nel cuore episodi belli e brutti, in particolare quelli vissuti durante il periodo bellico. Uniti nei valori della Marina, gli amici fondatori: Carlo Ferrari, Claudio Genta, Zanella Carlo, Piero Bertola, Giuseppe Paratella, Angelo Serta e Giuseppe Ciulla, si raccontano e immaginano di poter riunire i valori e l'atmosfera vissuta in Marina, dando seguito, dopo molti ostacoli e alla ricerca di una sede, alla fondazione del nostro Gruppo “Mario Cagnassone”, Sezione di Venaria Reale.
Nell'affiatato gruppo, Beppe portò tutta la sua energia e determinazione di uomo di poche parole ma di molti fatti concreti. Beppe, spinto dalla sua invidiabile energia mostrò a tutti che esisteva una categoria di persone, parte integrante della società che, come valore aggiunto avevano una fortissima determinazione e forza di volontà che solo l'essere stati in Marina poteva conferire.
La carriera di leva o l'essere stati in Marina ha costituito, per Beppe, come per tutti noi marinai, le tradizioni, le regole e i colori, che ci hanno cambiato la vita.
Beppe con il suo comportamento nella vita civile, ha contribuito a diffondere sul territorio la nozione della cultura ed l'importanza del mare e dei suoi marinai.
Oggi raccogliamo i frutti di questo suo impegno e della sua opera con la consapevolezza che, per onorare degnamente la sua memoria, abbiamo l'obbligo di continuare, proficuamente, quanto ci ha lasciato. Questo epicedio è un riconoscimento di quanto, anche da lui ideato, costruito, portato avanti, Beppe è stato un esempio di comportamento per tutti, e l'affetto che proviamo per lui è profondo e sincero. La crudeltà della vita lo ha spaventosamente ferito nei suoi affetti più cari ed il male, tremendo ed implacabile, ce lo ha portato via ma, è stato confortato dall' immenso amore di sua moglie Angela, compagna di vita e dei suoi familiari. Beppe ci mancherà, e ci conforta solo la certezza che, senza più sofferenza sta entrando nel giardino del Paradiso, ne avverte già il profumo. Il Signore lo attende per stringerlo tra le sue braccia paterne, nella gloria di tutti i suoi Santi”. Arrivederci Beppe, ha ricordato il presidente Gabriele Fappiano.
A fine cerimonia, l'epicedio decorato da un nastrino tricolore, è stato consegnato alla vedova.