I primi contatti sociali hanno luogo ben prima della nascita, nell’utero materno. È quanto afferma uno studio condotto da ricercatori delle Università di Padova, Torino e Parma e pubblicato sulla rivista PLoS ONE. Lo studio, condotto in collaborazione con l’Istituto pediatrico Burlo Garolfo di Trieste, ha indagato i movimenti fetali in cinque coppie di feti gemelli utilizzando l’ecografia quadridimensionale, una tecnica a che permette di visualizzar i movimenti dei feti nel tempo. Già a 14 settimane gestazione si osservano movimenti specificamente diretti verso il gemello.
Lo sviluppo così precoce della socialità potrebbe diventare, in futuro, un elemento da prendere in considerazione nella valutazione dello sviluppo di un feto. Uno sviluppo cerebrale anomalo potrebbe infatti manifestarsi anche attraverso una riduzione di questa predisposizione.
“Per i feti singoli l’utero materno è un luogo solitario, in cui non esistono le condizioni per un’azione sociale, intendendo per ‘azione sociale’ un’azione rivolta verso un altro individuo. Per capire se una predisposizione all’azione sociale fosse presente anche prima della nascita, ci siamo quindi rivolti allo studio dei feti gemelli” spiega la dott.ssa Cristina Becchio dell’Università di Torino.
Nei primi mesi di gravidanza, i feti sono troppo lontani per interagire. Con l’avanzare della gravidanza il contatto tra gemelli diventa tuttavia possibile e presto quasi inevitabile. A partire dalla 11° settimana, gli episodi di contatto si fanno più frequenti fino a diventare, tra la 15° e la 22° settimana, una caratteristica di tutte le gravidanze gemellari. “Quello che questo studio dimostra” spiega ancora Becchio “è che il contatto tra feti non è il risultato accidentale della prossimità spaziale, ma deriva da una pianificazione motoria. A partire dalla 14° settimana di gestazione, i feti pianificano movimenti diretti verso il gemello.
Questi movimenti hanno caratteristiche diverse rispetto ai movimenti diretti verso la parete uterina e verso se stessi e, tra la 14° e la 18° settimana, tendono a aumentare di frequenza.”
La tecnica che è stata utilizzata è molto innovativa e si basa sull’applicazione dell’analisi cinematica ai movimenti fetali. I movimenti dei feti sono stati ripresi utilizzando l’ecografia 4D durante due sessioni di registrazioni della durata di 20 minuti ciascuna a 14 e 18 settimane di gestazione. Utilizzando un software speciale sono quindi stati ricostruiti ed analizzati i paramenti di movimento, arrivando così a caratterizzare in termini quantitativi tre diverse tipologie di movimento: movimenti diretto verso se stessi, movimenti diretti verso la parete uterina e movimenti diretti verso il gemello.
Fonte: Wired to be social: the ontogeny of human interaction Umberto Castiello, Cristina Becchio, Stefania Zoia, Cristian Nelini, Luisa Sartori, Laura Blason, Giuseppina D’Ottavio, Maria Bulgheroni & Vittorio Gallese.
PLoS One, 5, e13199, 1-10.
INFO:
Cristina Becchio
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