Anche in un momento di crisi occupazionale le imprese manifatturiere italiane sono alla ricerca di diplomati tecnici, sempre più difficili da trovare sul mercato del lavoro. La scarsa reputazione, tra i ragazzi e le famiglie, di cui gode immeritatamente la “cultura tecnica”, la dispersione scolastica e la qualità dell’offerta formativa sono alla base di questo paradosso, che colpisce in particolare quei territori dove è più alta la vocazione industriale dell’economia locale, le cui associazioni industriali del sistema Confindustria hanno dato vita a un raggruppamento chiamato “Club dei 15”.
«Valorizzare e rivalutare l’istruzione tecnica – spiega il presidente dell’Associazione Industriali di Novara, Fabio Ravanelli – è tra gli obiettivi che Club dei 15 e Confindustria si sono prefissati attraverso il Progetto “Club degli istituti dell’innovazione manifatturiera”, partito un anno fa. Le associazioni industriali territoriali del Club dei 15 hanno creato una rete di partnership con un numero selezionato e ristretto di istituti tecnici, con l’obiettivo di dar vita a iniziative in grado di innovare e modernizzare la scuola, i metodi di insegnamento, i programmi di stage e di alternanza scuola-lavoro. In provincia di Novara la scuola che ha aderito al progetto stringendo una partnership con l’Ain è l’Istituto tecnico industriale “Omar” di Novara».
«Il tessuto industriale novarese – aggiunge Anna Chiara Invernizzi, vicepresidente dell’Ain con delega all’Education – è composto in larga parte da aziende manifatturiere e occupa da sempre un numero consistente di diplomati tecnici. Anche in questo momento le imprese novaresi lamentano la difficoltà di reperimento di giovani periti meccanici/meccatronici e chimici, che invece scelgono in larga misura di continuare gli studi con la convinzione di trovare più facilmente lavoro. Queste giovani leve, con competenze tecnologiche e specialistiche, potrebbero invece rappresentare importanti risorse per le aziende in una logica di miglioramento della competitività e dell’innovazione. In tal senso l’Ain si sta impegnando affinché i ragazzi e le loro famiglie vengano orientati verso l’istruzione tecnica, individuando in questa scelta un’opportunità concreta di futura occupazione».
La sfida di “salvare” il primato intellettuale e industriale del Paese e il bilancio del primo anno del progetto “Club degli Istituti dell’innovazione manifatturiera” saranno al centro del convegno del Club dei 15 e di Confindustria in programma venerdì 19 novembre 2010 a Modena. Sul tema del ruolo che l’istruzione tecnica può giocare per la competitività del sistema-Paese interverranno, tra gli altri, il ministro per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca, Mariastella Gelmini e la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Le “tesi” del Club dei 15 su questo tema saranno illustrate dal coordinatore, Alberto Ribolla, mentre dei fabbisogni delle imprese parlerà il vicepresidente di Confindustria con delega all’Education, Gianfelice Rocca.
Pur in un momento congiunturale difficile, la richiesta di diplomati tecnici e professionali tra le imprese manifatturiere italiane, in alcuni settori, è infatti in crescita. Secondo i dati Excelsior elaborati da Confindustria, ad esempio, nel comparto meccanico si è passati da una domanda di 14.840 persone del 2009, ai 22.660 del 2010. Aumenti si registrano anche tra le imprese elettrotecniche (dai 7.790 tecnici ricercati un anno fa, agli attuali 10.460), quelle chimiche (dai 1.720, ai 2.410), persino in quelle del tessile-abbigliamento-moda (dai 1.410, ai 1.620). Numeri che dimostrano la capacità degli istituti tecnici di fornire concrete opportunità occupazionali ai giovani. Non solo una porta sul mondo del lavoro. L’istruzione tecnica per molti ragazzi rappresenta anche un trampolino di lancio verso gli studi universitari. Nell’anno accademico 2009-2010 più di un quarto (26,1%) degli immatricolati delle università scientifiche italiane aveva un diploma di tipo tecnico. Segno di quanto queste scuole siano capaci di assicurare un’istruzione di alta qualità, in grado di preparare gli alunni a un cammino che li porti, in futuro, ad una laurea.