
Dopo l’avvio, lo scorso 22 giugno, della gestione del servizio di ristorazione nelle scuole da parte della Alessio Spa di Caresanablot per i centri estivi, si inizia già a pensare al prossimo anno scolastico, quando la ditta sarà a pieno regime con la preparazione dei quasi 300 mila pasti destinati agli oltre 2 mila 200 alunni delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado. Tra le novità più importanti c’è sicuramente l’aggiunta di ben 57 prodotti biologici oltre a quelli richiesti dal capitolato di gara. Cibi senza antiparassitari che vanno dalle fette biscottate al miele, dalle susine alle uova fresche, fino ai succhi di frutta e alla passata di pomodoro. A questi cibi, grazie ad un accordo di Alessio con Coldiretti, si aggiungono 35 prodotti a chilometro zero o a filiera corta, di cui 21 coltivati con la lotta integrata, che prevede un utilizzo ridotto di pesticidi. In questo modo si riducono le distanze tra produttore e consumatore, con un impatto decisamente più positivo sull’ambiente. Inoltre la carne, a marchi Coavi, è tutta lavorata direttamente nello stabilimento della Alessio, certificato UNI EN ISO 9001. Ma sulla tavola degli alunni casalesi saranno serviti anche 8 formaggi DOP, tra cui, per esempio, la toma piemontese di Murisengo o la Rabiola di Roccaverano, la bresaola IGP e il pesto DOP biologico genovese. «In questi due anni di Amministrazione – ha spiegato il sindaco Giorgio Demezzi – abbiamo voluto perserguire un obiettivo per il bene della città: ridurre le spese mantenendo, o migliorando dove possibile, la qualità e l’eccellenza dei servizi erogati. Una scommessa ambiziosa e non sempre facile, ma che siamo riusciti a raggiungere in molti settori, uno fra questi proprio l’ambito scolastico». La fine dell’anno scolastico è stata infatti l’occasione per fare anche il punto della situazione sul nuovo metodo di pagamento del servizio ristorazione, avviato l’anno scorso ed entrato a pieno regime nelle prime settimane del 2011. Il dato sicuramente più rilevante è quello dei mancati incassi: dai 180 mila euro del 2009, infatti, si è riusciti, con il nuovo metodo di pagamento dei pasti (dal forfettario a quello anticipato dei singoli pasti effettivamente consumati), ad arrivare ai soli 43 mila euro, pari al 5,10 per cento. Una cifra che comunque, con l’invio delle cartelle esattoriali, si annullerà completamente entro fine anno giungendo ad una “evasione zero”. Ottima anche la copertura dei costi del servizio, giunta al 67,5 per cento: su una spesa di un milione 242 mila euro, infatti, gli incassi sono stati pari a 796 mila euro, grazie soprattutto all’individuazione di tariffe personalizzate in base all’Isee, che hanno garantito una distribuzione più equa dei costi, accompagnata ad una maggiore attenzione alle fasce più deboli. Dati positivi anche per i centri estivi: grazie ad un’accurata razionalizzazione nella gestione con iscrizioni settimanali, si è riusciti a ridurre i costi di quasi 90 mila euro in appena due anni, passando dai 241 mila euro del 2009 ai 156 mila di quest’anno. Se si prende in considerazione l’ultimo biennio, su un numero pressoché invariato di iscritti (dai 427 del 2010 quest’anno sono stati 407), si è riusciti a ridurre ulteriormente i costi di oltre 30 mila euro, aumentando contemporaneamente le entrate di oltre 9 mila euro. «La modifica delle tariffe e del metodo di pagamento del servizio mensa, ad esempio, è stata una vera e propria rivoluzione – ha proseguito il primo cittadino – e devo ammettere che le famiglie hanno recepito lo spirito di questo cambiamento. Un grazie a loro e ai dipendenti del settore Pubblica Istruzione che hanno lavorato con impegno e abnegazione affinché questi cambiamenti fossero il meno traumatici possibile».