“Chi espone il tricolore è un somaro”. Le parole del leader della Lega Nord Umberto Bossi sul tricolore non possono che lasciare ancora una volta esterrefatti. In passato aveva detto “bisogna metterlo nel cesso” oppure “lo uso per pulirmi il c…” oppure non contento lo aveva salutato col dito medio. Si tratta di atti gravemente offensivi nei confronti dell’Italia di cui Bossi è un Ministro e sulla cui costituzione ha prestato giuramento (è bene ricordarlo). Il suo atteggiamento e le sue parole dovrebbe essere condannato da tutte le forze politiche. Lega in primis, la cui parte più moderata, più politica, più istituzionale, dovrebbe dissociarsi una volta per tutte da queste “pagliacciate” di pessimo gusto, soprattutto in un momento come l’attuale dove la coesione nazionale è d’obbligo. Dovrebbe essere condannato “senza se e senza ma” dagli esponenti del PDL che si vantano di essere gli unici depositari dello spirito patriottico. Ma non sarà così. Nessuno della Lega oserà contraddire il grande capo ed il PDL per sudditanza e paura di ripercussioni sul governo continuerà a dire che Bossi è solo un tipo folcloristico (vero Gasparri?) oppure che stava parlando al suo popolo… ma non esiste un popolo di Bossi: esiste il popolo Italiano. Rispondo allora a Bossi dicendo che sono fiero di essere un somaro. Se per il capo del Carroccio, somaro vuol dire amante della propria patria; vuol dire emozionarsi e cantare l’inno nazionale; vuol dire esporre il tricolore sul balcone di casa, non solo durante il mondiale di calcio, dico che sono fiero di esserlo. Non si è mai visto un ministro della Repubblica insultare il popolo italiano.
Chi, rappresentando le istituzioni, non le onora con l’impegno ed il decoro, oppure offende la nostra storia e la nostra bandiera, abbia il buon gusto di tacere o di farsi da parte.
Federico Pace
futuroeliberta.bra@gmail.com
Responsabile Futuro e Libertà Circolo di Bra