Spesso si discute delle possibili connessioni tra mafia e parti del sistema economico, politico, giudiziario del Paese, parlando – forse troppo genericamente – di "cultura mafiosa". Ciò che invece si conosce meno sono, concretamente, i ruoli dei diversi protagonisti, chi davvero fa cosa. Se ne parlerà mercoledì 22 febbraio alle 21 al Centro culturale “G. Arpino”, con il Giudice della Suprema Corte di Cassazione Raffaele Cantone, nell’ambito del quarto incontro della Scuola di Pace di Bra. L’appuntamento, dal titolo “I Gattopardi. Uomini d’onore e colletti bianchi: le metamorfosi delle mafie nell’Italia di oggi”, cercherà di far luce – grazie al lavoro di ricerca raccolto nell’ultimo libro di Cantone “Gattopardi” – sul circuito vizioso in cui organizzazioni criminali, imprenditori e società fanno "sistema", traendo reciprocamente vantaggio gli uni dagli altri. Raffaele Cantone è entrato in magistratura nel 1991 ed è stato sostituto procuratore presso il tribunale di Napoli fino al 1999, anno in cui è entrato nella Direzione distrettuale antimafia napoletana, di cui ha fatto parte fino al 2007. Si è occupato delle indagini sul clan camorristico dei Casalesi, riferite anche nel noto best seller di Roberto Saviano “Gomorra”, riuscendo ad ottenere la condanna all'ergastolo dei più importanti capi di quel gruppo. Ha curato inoltre il filone di indagini relative agli investimenti di un famoso gruppo imprenditoriale in Parma e Milano, facendo condannare per associazione camorristica un importante immobiliarista di Parma. Vive tutelato dal 1999 e sottoposto a scorta dal 2003. Oggi lavora presso l'Ufficio del Massimario della Suprema Corte di Cassazione. L'ingresso è libero.