Proprio nei giorni in cui i dipendenti pubblici sono chiamati al rinnovo delle loro Rappresentanze Sindacali Unitarie, l’Unione delle Province Italiane, CGIL, CISL e UIL hanno siglato un documento congiunto che condensa i termini di una proposta di riforma dell’architettura istituzionale, da condividere ulteriormente con Regioni e Comuni e da portare con urgenza e determinazione all’attenzione dell’agenda governativa e parlamentare. “Gli obiettivi risaputi sono quelli della semplificazione ed efficientamento della macchina amministrativa che non possono non passare attraverso la valorizzazione professionale dei lavori. Una posizione che a livello piemontese portiamo avanti da mesi e che con le principali organizzazioni sindacali regionali vogliamo ribadire al Governo Monti, mentre con la Regione l’intendimento è quello di aprire un tavolo di confronto ad hoc sulle problematiche che di riflesso si riversano sui dipendenti provinciali” fa sapere il Presidente dell’UPP Massimo Nobili che nei giorni scorsi ha incontrato i segretari regionali della Funzione Pubblica Luca Quagliotti (CGIL), Francescantonio Guidotti (CISL) e Antonio Di Capua (UIL). “E’ comprensibile come il futuro incerto delle Province, che il disegno di legge del Consiglio dei Ministri punta a ridurre a enti di secondo grado con funzioni e deleghe che al momento non sono date a sapere, mette in apprensione le decine di migliaia di dipendenti delle Province italiane. Le segreterie nazionali delle organizzazioni sindacali, che in un primo tempo hanno spinto per una revisione istituazionale del Paese che partisse proprio dalla soppressione delle Province, hanno trascurato questo aspetto percepito fin da subito dagli amministratori che quotidianamente lavorano con gli uffici provinciali e le loro risorse umane” ricorda Nobili. “Bisogna intervenire sulla spesa pubblica ma non con soluzioni destinate a creare più danno di vantaggio. La riforma deve essere globale, riguradare tutti i livelli di governo operando una ridefinizione delle competenze di ciascuno, a questo punto privilengiando le autonomie locali riconosciute dalla Costituzione e non agenzie e consorzi venuti in un secondo tempo, che hanno sovraccaricato un sistema che ora inderogabilmente va snellito. Da parte nostra si è disponibili a rivedere le Province nei numeri e ambiti territoriali per ottenere risparmi e più efficienza raggiungendo nuove economie di scala” rimarca il Presidente UPP. “Una riforma che si muove in questo senso consentirebbe di non disperdere l’esperienza di coloro che da anni sono impiegati in servizi resi dalla Provincia – quali la formazione, i centri per l’impiego, la viabilità. Un patrimonio professionale che si traduce nella qualità delle risposte date ai cittadini e la cui tutela è elemento di battaglia comune con le organizzazioni sindacali” conclude Nobili.