Chiara Francini sarà protagonista nella 27a edizione del Torino GLBT Film Festival “Da Sodoma a Hollywood” (19-25 aprile). Fiorentina, attrice rivelazione dell'anno alla 68a edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con il Premio Biraghi, è tra i nuovi volti del cinema italiano e presto la vedremo nel nuovo film dei fratelli Vanzina, Buona giornata. A Torino avrà un doppio ruolo: sarà madrina dell’intera manifestazione e farà parte della giuria del Concorso lungometraggi. “Ho sempre seguito con attenzione il Festival e le sue proposte cinematografiche. I miei amici gay che lo hanno frequentato ne hanno sempre detto un gran bene – racconta Chiara Francini -. Ora finalmente potrò partecipare in prima persona e godermi una settimana di cinema fuori dagli schemi”. Del resto il suo rapporto con i gay è sempre stato molto stretto. Uno dei film che l’ha lanciata è stato Un altro pianeta (2008) di Stefano Tummolini. “Dentro di me, anche se sono toscana, mi sento un gay napoletano maschio. E ho nei confronti dei gay un trasporto vero, una corrispondenza d’amorosi sensi. Credo, ricambiato. Ho tanti amici gay che mi hanno accompagnato nel mio percorso di crescita, anche come attrice” sottolinea la Francini, e non esita a dichiarare che in Italia, relativamente alla situazione lgbt, ci sia ancora molta strada da fare. “Siamo nell’era paleolitica – continua –, l’influsso del Vaticano è troppo ingombrante. Soprattutto quando sono via, a Londra o a Los Angeles, la differenza salta subito agli occhi. Ad esempio il mio fidanzato è svedese e ho scoperto che la ‘vescova’ della sua città è lesbica, sposata con una donna, ma nessuno si è mai permesso di obiettare nulla. Ho anche amici, in coppia da anni, che sono andati all’estero per sposarsi esasperati dal fatto che non potessero coronare il loro amore in Italia. La condizione dei gay qui da noi è considerata un’eccezione, un fatto stravagante e se ne ha un’immagine deformata, parziale, a volte anche ridicola. All’estero è considerata una cosa normale, come è ovvio che sia”.