venerdì, 1 febbraio 2013"Donne che corrono senza lupi"
Arte e Cultura - Eventi Culturali |
21:00 |
Circolo ARCI Noà - Teatro Danilo Dolci |
Corso Regina Margherita 154, Torino
Ingresso libero con tessera arci
www.interezza.it |
DESCRIZIONE MANIFESTAZIONE
L'interezza non è il mio forte presenta
Donne che corrono senza lupi
1-2 febbraio
ore 21.15
Circolo Arci Noà - Teatro Danilo Dolci
Corso Regina Margherita 154
Torino
Ingresso libero con tessera Arci
Interezza torna al Teatro Danilo Dolci con l'anteprima del nuovo spettacolo "Donne che corrono senza lupi", sesta puntata del progetto "Archetipicamente donna", nato diversi anni fa con l'intento di parlare di femminile per mezzo di archetipi tratti dalla mitologia, dalla letteratura e dal cinema.
Protagonista di questo nuovo capitolo il femminile destabilizzante, raccontato attraverso storie quotidiane e situazioni ironiche. Con la guida di due archetipi gustosi.
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Baubò, dea dell'oscenità e della risata, narratrice di storie licenziose ed esilaranti. Ed Ecate, dea dalla triplice natura, giovane adulta e vecchia allo stesso tempo, che ha potere vitale su tutti gli elementi.
Entrambe legate ai misteri eleusini e al culto della Dea Madre, hanno lasciato il posto lungo i secoli a pallide discendenti che poco o nulla conservano della dea originaria. Da archetipi si trasformano in stereotipi, celebrati da musica, riviste e televisione.
Al femminile è vietato ridere e far ridere: la donna può tuttalpiù sorridere e compiacere l'ironia maschile.
Se sghignazza, se ironizza su temi tabù come il sesso, se ride di gusto senza ritegno, diventa volgare.
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Le donne fanno sempre più fatica ad autodeterminarsi. Alienate, marginali, private del loro potere.
Di quel potere creativo che viene da dentro, nasce dal nostro sangue, dalle nostre vite, dal desiderio appassionato per la carne dell'altro.
La risata e un pizzico di magia come ingredienti per tornare ad essere determinanti, per recuperare la Dea che è in ciascuno di noi.
Sfidando canoni e tabù che ci etichettano esseri disdicevoli e sovversivi.
Ribaltando le vecchie categorie, buttando in aria le separazioni confortevoli, imparando a riconoscere le connessioni complesse.
Per non cedere all'alienazione e al monocromo del nostro tempo.
Anche se siamo feriti, possiamo guarire.
Anche se ognuno di noi può essere distrutto, dentro tutti noi c'è il potere del rinnovamento.
Dal 2003 ad oggi, L'interezza non è il mio forte (http://www.interezza.it) ha messo in scena circa 40 titoli, raggruppati in progetti spettacolo diversi per tipologia e contenuto, dal femminile politico e sociale alle storia dei NoTav, dallo sguardo tagliente di Gaber a quello poetico irriverente di De Andrè, dai racconti della Diaz al G8 di Genova alle guasconerie cialtrone dei saltimbanchi che parlano di globalizzazione. Per arrivare alle attualizzazioni in chiave civile di spettacoli d'autore come Aspettando Godot e L'anima buona del Sezuan.
Il teatro è arte sociale, civile, quella forma d'arte che si occupa e si preoccupa delle questioni degli uomini, portando sul palcoscenico frammenti di storia collettiva così come interrogativi attuali e quotidiani, non solo per raccontare fatti, ma per far riflettere nella direzione dell'impegno civile. Il teatro è per Interezza teatro civile.