Il Centro Volontari della Sofferenza del Piemonte ha scelto la città di Alba per festeggiare il settantesimo compleanno della fondazione. Il prossimo 24 settembre, oltre 400 iscritti provenienti da tutta la regione prenderanno parte al pellegrinaggio che inizierà alle ore 10.30 con la celebrazione eucaristica in Duomo, presieduta dal vescovo, monsignor Marco Brunetti.
«Vogliamo rivolgergli il nostro ringraziamento per avere accolto con gioia la nostra proposta – spiega Giovannina Vescio, tra gli organizzatori della giornata –. E' proprio grazie alla sua vicinanza alla nostra realtà, sin da quando egli era alla guida della Pastorale della salute presso la diocesi di Torino, che abbiamo voluto far partire da Alba la “Staffetta della Speranza”, ossia l'esposizione della teca contenente le stampelle che sostenevano il fondatore della nostra Associazione – il beato Luigi Novarese – durante gli anni della malattia, prima della guarigione avvenuta per grazia divina».
«L'iniziativa – prosegue Vescio – è di portare fra gli ammalati e i fedeli di tutte le diocesi piemontesi la reliquia di Novarese per farne conoscere meglio la figura e l'insegnamento».
Nel pomeriggio del 24 settembre, sempre in Duomo, si svolgerà un Recital celebrativo curato dal coro “Amoris Laetitia” formato dai volontari e ammalati del CVS che l'anno scorso avevano cantato in Piazza San Pietro a Roma, davanti a Papa Francesco, in occasione del Giubileo degli ammalati e delle persone disabili. Sarà presente sorella Angela Petitti, responsabile per l'Apostolato del Centro Volontari della Sofferenza.
Monsignor Luigi Novarese (1914-1984) è il sacerdote proclamato beato dalla Chiesa l'11 maggio 2013, nella basilica di San Paolo fuori le Mura, a Roma. Nato a Casale Monferrato, fu definito da papa Giovanni Paolo II “l'apostolo degli ammalati”. Rispetto ai suoi tempi fu un innovatore. Pur lavorando presso la Segreteria di Stato della Santa Sede – dal 1942 al 1970 – e successivamente alle dipendenze della Conferenza episcopale italiana – dal 1970 al 1977 – dedicò tempo ed energie per promuovere, fin dagli anni Cinquanta, la visione della centralità del malato come soggetto portatore di diritti e dignità.
Fu promotore di un progetto di pastorale per i disabili volto a combattere il loro stato di emarginazione sociale. Dialogò senza complessi con la medicina dimostrando l'importanza della sfera spirituale del malato nel modo di affrontare e vivere la malattia. Fondò associazioni, case di cura, centri di assistenza, corsi professionali per disabili e infermi.
Nel 1947 fondò, insieme a Sorella Myriam Psorulla, il Centro Volontari della Sofferenza, presente oggi in circa cinquanta diocesi in Italia e anche in Europa, Africa e Stati Uniti. L'associazione riunisce gli ammalati che hanno scelto, “volontariamente”, in piena libertà, di vivere la sofferenza secondo l'insegnamento di Cristo, affidando la vita a Lui per seguirLo e prendere parte con Lui «al grande misterioso disegno della redenzione» (Paolo VI, discorso del 12 aprile 1972).
Nel suo progetto, Novarese ha voluto rendere i malati imitatori di Cristo, evangelizzatori del mondo e protagonisti di un nuovo apostolato verso gli infermi. E' stato il primo a realizzare i corsi di Esercizi spirituali per infermi e disabili, avendo come obiettivo la promozione integrale della persona sofferente.