La navigazione da diporto è uno sport, una passione, un mestiere e in tutte le accezioni richiede ingegno, abilità, capacità di fare, regole e tecniche. Non bisogna dimenticare, inoltre, le implicazioni ambientali che questa disciplina comporta: smaltimento dei rifiuti in mare, cura delle zone protette, contenimento dell’inquinamento e utilizzo di energie rinnovabili. È questo il punto di partenza dell’incontro che si è svolto oggi al Politecnico di Torino e che ha visto come protagonista il velista italiano Giovanni Soldini. Durante l’incontro sono state approfondite le tematiche riguardanti la navigazione, partendo dagli studi condotti da Attilio Lausetti durante la sua attività di docenza al Politecnico di Torino. Nel corso della sua relazione, infatti, Paolo Maggiore, docente di Impianti e Sistemi Aerospaziali è entrato nel dettaglio, spiegando i metodi usati per il progetto di scafi e galleggianti di idrovolanti. E’ stata posta, da Gilberto Francesini di Azimut, particolare attenzione alle tematiche ambientali e alla salvaguardia degli ecosistemi. È possibile seguire la prospettiva dell’eco-sostenibilità anche grazie a imbarcazioni progettate secondo nuovi standard: meno peso, materiali ad alta efficienza, tecnologie a basso consumo, più fibre vegetali, come sughero e resine contenenti alte percentuali di sostanze naturali, e utilizzo di materiali di legno provenienti da foreste gestite in modo corretto e responsabile. In questo senso, sono stati affrontati anche gli aspetti energetici. Marco Bianucci del CNR ha fatto un’ampia presentazione del problema energia e messo in luce la necessità di generare energia, almeno per i servizi di bordo, a partire da fonti non inquinanti, come le pale eoliche sulle imbarcazioni a vela dei grandi navigatori e i pannelli fotovoltaici. La navigazione, in quanto disciplina tecnica, necessita, inoltre, di abilità e capacità manuali. Qualità indispensabili per riparare vele e motori, per costruire un albero di emergenza o per riuscire a rimorchiare un’altra barca. Tuttavia, risultano indispensabili anche conoscenze scientifiche. Senza di queste è difficile riuscire a regolare le vele o definire una rotta che tenga conto del meteo e delle condizioni del mare. Gli studi ingegneristici e matematici si sono rivelati molto utili al fine di ottimizzare le conoscenze e lo sviluppo di strumenti in questo campo. Basti pensare al software sviluppato da CD-Adacpo, e presentato da Carlo Pettinelli e Anthony Massobrio, in grado di riprodurre virtualmente la realtà della navigazione, permettendo agli ingegneri nautici di prevedere fenomeni come la resistenza degli scafi, i comportamenti aerodinamici e i movimenti delle vele. Il software è stato utilizzato da molti team, tra cui l’italiana Luna Rossa, durante prestigiose competizioni internazionali, come la Coppa America e la Volvo Ocean Racing. Ogni velista che si rispetti, infine ha, nella sua biblioteca, un manuale per la navigazione. Renzo Porro, ingegnere e grande appassionato di vela, partendo dal suo recente lavoro, il Manuale del velista, ha messo in luce gli aspetti tecnici per approfondire la conoscenza sulle manovre di conduzione della barca. Durante il suo intervento Porro ha spiegato come condurre un’imbarcazione attraverso l’uso di fisica e matematica elementari. L’autore ha scelto di adottare un linguaggio divulgativo, accessibile e comprensibile anche ai non addetti ai lavori: il manuale, infatti, non è riservato solamente a lettori specialisti ma a tutti coloro che vogliono capire il perché delle manovre che si fanno nella conduzione della barca.