Anche l'Asl astigiana mette in guardia contro i falsi appelli, via sms, per la ricerca di sangue che periodicamente arrivano attraverso i telefonini. Si tratta di presunti S.O.S. drammatici, che spesso vedono protagonisti bambini “colpiti” da malattie gravissime: da qui l'invito a donare sangue.
In linea con quanto già dichiarato in questi giorni dal Centro Nazionale Sangue, interno all'Istituto Superiore di Sanità, Francesco Carubia, responsabile del Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale dell'ospedale Cardinal Massaia, segnala che “episodi di questo genere finiscono per creare confusione e disorganizzazione nei Centri di raccolta sangue, che usano altri sistemi per far fronte a eventuali emergenze e il cui operato è governato da meccanismi di controllo regionale. Nessuna struttura sanitaria si sognerebbe mai di cercare sangue avviando azioni che ispirerebbero catene di Sant'Antonio di vecchia memoria”.
Di qui l'invito di Carubia ai cittadini che vogliono liberamente aderire alle donazioni a rivolgersi all'Avis, che ha come compito istituzionale il reclutamento e la convocazione dei volontari, o al Centro Trasfusionale del “Massaia”. Il ricorso all'sms non è una pratica estranea all'Avis, applicata però secondo un sistema codificato: esso può, infatti, riguardare il contatto personale, e protetto da privacy, che l'associazione avvia per chiamare il volontario, che ha firmato la liberatoria, in caso di richiesta urgente di donazione e sempre allo scadere del periodo di legge previsto tra un prelievo e l'altro.
Asti, 18 novembre 2009
(221 - l. n.)
|