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13/03/2012Comune di Nichelino
 
 
DALLA PARTE DELLA GIUSTIZIA: CASELLI A NICHELINO
 
 
Un’interessante serata per chiarirsi le idee su chi assalta oggi come ieri la giustizia italiana. Pienone di pubblico, giovedì sera, nella sala del consiglio comunale di Nichelino, per la presentazione del libro “Assalto alla Giustizia” del Procuratore capo di Torino Gian Carlo Caselli. L’incontro, organizzato dalla Città di Nichelino in collaborazione con la Scuola di Formazione Politica nichelinese, era compreso negli eventi di avvicinamento alla “XVII Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie” che si svolgerà sabato 17 marzo a Genova. La sala del consiglio comunale era blindata dai carabinieri per prevenire incidenti. Caselli infatti nei giorni scorsi è stato insultato e minacciato dalle frange estremiste dei No Tav che gli rimproverano di aver condotto indagini contro alcuni No Tav macchiatisi di reati negli ultimi mesi (violenze di piazza, furti e minacce, fra gli altri). Caselli non si è mostrato spaventato: in passato era stato minacciato dai brigatisti rossi e poi, quando che era sceso a Palermo a dirigere la locale procura subito dopo le uccisioni di Falcone e Borsellino, dai mafiosi. Alcuni politici l’hanno più volte bollato come magistrato “rosso”. «Mi rincuora molto vedere la sala piena di gente nonostante le difficoltà per raggiungerla a causa dei controlli dei carabinieri – spiega il magistrato – Bisogna ricordare a tutti che la magistratura ricerca verità processuali, non politiche. Non giudico le ragioni dei No Tav che hanno tutto il diritto di manifestarle, ma questo non significa accettare le violenze e le violazioni alla legalità dei mesi scorsi. Tirare massi e bombe carta sono atti indubitabilmente illegali che possono portare a gravissime conseguenze. In questi casi i magistrati, che sono sottoposti all’obbligo dell’azione penale, devono intervenire. Non ci può essere dubbio su ciò. La legalità non può essere un paio di ciabatte da usare quando ci pare: è un valore della democrazia». Caselli è stato sottoposto negli ultimi mesi a veri e propri agguati, che lui stesso definisce squadristici. Oltre alle minacce e agli insulti sui muri, veri e propri blitz di No Tav gli hanno impedito di partecipare ad incontri programmati da tempo, di intervenire nelle normali discussioni democratiche. «Mi ha fatto male leggere sui muri di Torino la scritta No Tav “Caselli è un mafioso”. In passato i mafiosi mi definivano “comunista” e le Brigate Rosse scrivevano “Caselli boia” – aggiunge – Oggi qualche No Tav scarabocchia “Caselli come Moro” o addirittura, in maniera un po’ macabra, “Caselli ti ruberemo la salma”. Non sono bei segnali. Io credo che coloro che legittimamente esprimono posizioni di contrarietà alla Tav dovrebbero pubblicamente prendere le distanze da chi diffonde questo clima di odio». L’incontro è stata l’occasione per apprendere alcune verità che non sono conosciute dalla maggioranza dell’opinione pubblica. Ad esempio non è vero che nel processo di Palermo Giulio Andreotti è stato assolto. In realtà è stato condannato per i legami avuti con Cosa Nostra (in particolare con il capo dei capi della mafia palermitana degli anni ’70 Stefano Bontade) e i reati commessi prima che l’associazione mafiosa diventasse un reato. Ma per quegli anni lontani è intervenuta la prescrizione a salvare il senatore a vita dal carcere. Caselli ha affrontato anche il contrasto fra politica e magistratura. Purtroppo, un conflitto tuttora in atto. «Il tentativo di far passare la responsabilità civile dei magistrati, portato avanti in questi giorni da alcune partii politiche, è un gigantesco pericolo per l’autonomia dei giudici – dice ancora l’ex procuratore di Palermo – I magistrati si trovano a dover giudicare casi in cui sono coinvolte grandi aziende: chi si arrischierebbe a dare una giusta condanna per eventuali reati se poi potrebbe essere sottoposto a ritorsioni da parte delle aziende?». Una domanda che c’entra il problema. Limitare l’autonomia dei magistrati potrebbe voler dire, in ultima analisi, limitare la libertà e i diritti dei cittadini. La serata è stata moderata dal consigliere comunale di Sel Marco Brandolini che fa parte della Scuola di Formazione Politica. Il sindaco della Città di Nichelino Giuseppe Catizone e il presidente del consiglio comunale Armelio Vitale hanno portato la solidarietà della Città nichelinese all’ex giudice anti mafia. «Il diritto di parola non può essere messo in discussione per nessuno – afferma Catizone – Fa male vedere alcune forze politiche e un europarlamentare non prendere le distanze da chi utilizza metodi violentemente intimidatori». Ma un uomo come Caselli che non si è fermato di fronte alle minacce di mafiosi e di brigatisti, non si fa oggi spaventare da quelle degli estremisti No Tav.
 

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